Adozione. Quando arriva il tempo delle domande a cui è difficile rispondere

“Ma allora da quale pancia sono nato? Dalla tua o da quella di una suora? “; “A chi assomiglio? “; “Perché mia mamma mi ha fatto questo?”. La difficoltà di dare continuità a una vita spezzata tra un prima e un dopo, dando insieme un senso alla vita precedente

Nella seguente testimonianza, Teresa, madre adottiva di due minori, Manuel, adottato nel 2006 in Cile, e Luis, adottato in Colombia, tramite Ai.Bi., nel 2013, racconta di come ha aiutato i figli a dare un senso alla loro vita precedente e a costruire la loro identità.
“Adesso sentono tutti di avere un forte senso di appartenenza. Il merito va anche al papà, che coinvolgeva la mamma.”

La fame di amore

Faticoso è stato accogliere la storia di Luis che per 8 anni ha vissuto in povertà estrema, economica e umana. Non aveva mai festeggiato un compleanno, non conosceva le fiabe, le canzoncine, le esperienze che tutti i bambini dovrebbero avere.
Una fame di coccole e baci, una fame di amore che hanno cercato di riempire.

Una vita spezzata tra un prima e un dopo

Poi arriva la scuola. Altra fatica è stato aiutarli, ed è ancora così, a dare continuità a questa vita spezzata tra un prima e un dopo, dando insieme un senso alla vita precedente. Le domande sono all’ordine del giorno. Fin da quattro anni, quando Manuel chiede: “Mamma, sono nato dalla tua pancia?”
Teresa risponde che no, non è nato dalla pancia di mamma ma “Io e papà ti abbiamo accolto con tanto amore”. “Ma allora da quale pancia sono nato?”
E siccome viveva in un istituto di Suore “Mamma sono nato dalla pancia di una suora?”

Le domande in adolescenza

Le domande ritornano prepotenti nell’adolescenza, la ricerca dell’identità: “A chi assomiglio? Perché mia mamma mi ha fatto questo? Perché mi ha abbandonato? Perché sono arrivato in questa famiglia?”
Continua Teresa:
“Dare un senso a queste domande è stato complesso. Loro la vivono come una loro colpa, e non è semplice far capire che non è stata colpa loro.

Il fascicolo dell’adozione

Perché sei stato abbandonato? Perché la tua mamma non si è presa cura di te.
Luis ha chiesto esplicitamente di leggere il fascicolo della sua adozione. Noi non ci siamo sentiti in grado di prendere da soli la decisione, ci siamo confrontati con la psicologa e insieme abbiamo deciso cosa leggere e raccontare dal fascicolo.
Lo abbiamo preso con noi, nel divano, al centro. E abbiamo letto il dossier. E se all’inizio sembrava tranquillo, la lettura ha poi ovviamente scatenato delle domande.
Manuel ha provato a mettere in chiaro alcune cose su come fosse la sua mamma, nella sua crescita è passato dall’idealizzazione all’odio… e poi al perdono, ma ‘non l’ho assolta’.
Abbiamo fatto pace insieme con quello che è successo. Le fatiche sono tante, sono tantissime, da soli non ce la si può fare, chiudersi in casa è rischioso, io penso che il confronto con gli altri, l’avere un punto di riferimento continuo è importantissimo. I miei figli incontrano la psicologa spontaneamente. Luis ha fatto un percorso parallelo al nostro di genitori, si è incontrato con ragazzi adottati affrontando i temi dell’adozione in gruppo, loro adesso si sentono figli e sono consapevoli di essere figli al di la del legame di sangue.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it