Adozione. Non hai voglia di studiare? Eccoti il coach

Il percorso di un ragazzo che è stato adottato può andare incontro a momenti difficili, esattamente come accade a tutti gli adolescenti. Incertezze, insicurezze e indecisioni possono condizionare il lato scolastico. Ma, a volte basta solo una piccola spinta, come ci ha raccontato la madre adottiva di Juan Pablo

All’interno di una bella famiglia adottiva, Juan Pablo, uno dei due figli, tentenna nel trovare la sua strada. Dopo le scuole dell’obbligo, dove non sono stati evidenziati problemi nell’apprendimento, arriva il fatidico momento della scelta della scuola superiore.
Questo momento però, si è ripetuto per tre anni di seguito, ma ogni volta, a metà anno, le cose non funzionano e inesorabilmente si viene bocciati e si cambia indirizzo.

Il racconto della madre adottiva

Dopo aver pensato e ripensato a come dove quando e perché per anni, è arrivata la svolta quando una sera a tavola si stava chiacchierando del più e del meno. Non so come, arriviamo a parlare dell’etimologia delle parole che Juan Pablo aveva in programma e abbiamo fatto l’esempio del termine “coach”, che deriva da “coche”, “cocchiere”, la guida che conduce la carrozza.
Poi siamo passati a considerare le sottili differenze col “tutoring” che è un processo di formazione dove una figura più esperta accompagna l’allievo verso l’apprendimento.

Il tutor e il coach

Il tutor insegna facendo in modo che ne sia favorita l’assimilazione. Il coach, invece, è colui che supporta il proprio studente nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.
È a questo punto che mio figlio esclama: “Ecco di che cosa avrei bisogno io!”
Abbiamo capito in quel momento che nostro figlio molto semplicemente non sapeva studiare da solo. Poi ha aggiunto: “È come nello sport dove abbiamo il coach che ci guida.”
Da quel momento è iniziata la ricerca del resto della squadra.

Raggiungere il traguardo senza fretta ma senza sosta

Il risultato è stato un gruppetto di studenti formato da vicini, cugini e compagni. Il coach è il fratello maggiore, che si è preso l’onere di aiutare tre ragazzini tre volte alla settimana.
Con le parole di Goethe, ha spiegato in breve il suo programma e la sua personale strategia: “Come raggiungere un traguardo? Senza fretta ma senza sosta.”

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it