Adozioni. Griffini (Ai.Bi.)“Una verifica sugli enti? E’ ciò che attendiamo”

Si riattiva dopo tre anni di silenzio la “linea CAI”, l’attività di monitoraggio e analisi delle adozioni internazionali.
Nonostante la richiesta di chiarezza sulle presunte irregolarità relative alla precedente gestione della Commissione Adozioni Internazionali da parte dell’ex magistrato Silvia Della Monica, i commenti delle associazioni, all’indomani della prima riunione, sono tutti positivi.
Riportiamo integralmente l’intervista del quotidiano Avvenire a Marco Griffini, presidente dell’associazione Amici dei Bambini.

Una svolta apprezzata e gradita. Nello stile e nei contenuti. Dopo il triennio di purgatorio vissuto con la vicepresidente Della Monica, i commenti delle associazioni all’indomani della prima riunione coordinata dalla vicepresidente Laera, sono tutti positivi. «La prima cosa che ci ha sorpreso favorevolmente è stato il nuovo “stile”, l’assoluta trasparenza dell’agire e del comportarsi», commenta Marco Griffini, presidente Ai.Bi..

E Paola Crestani, presidente Ciai conferma: «Ci teniamo ad esprimere il nostro apprezzamento per il segnale di trasparenza dato, comunicando pubblicamente anche gli aspetti negativi nella precedente gestione Cai, anche se purtroppo ciò conferma una situazione di totale sfascio del sistema delle adozioni internazionali in Italia». Apprezzate dalle associazioni le linee guida programmatiche come la riattivazione della “linea Cai”, l’attività di monitoraggio e analisi e, non per ultimo, il supporto tecnico alle attività internazionali, «Sono tutte azioni fondamentali – prosegue Crestani – per avere garanzia di adozioni corrette e di qualità». Ma l’aspetto risultato più sorprendente – piacevolmente sorprendente – è stato quello relativo alla semplicità e all’immediatezza con cui sono state denunciate le «numerose irregolarità» della passata gestione. Riprende la presidente Ciai, che è stato il primo ente italiano ad occuparsi di adozioni internazionali fin dal 1968: «Le irregolarità, il fatto che per molto tempo non siano stati effettuati controlli sugli enti – nonostante abbiamo tutti ben presente la pressante campagna mediatica fatta dalla precedente vicepresidente Silvia Della Monica di denuncia di malpratiche, addirittura di tratta di esseri umani – il mancato rispetto degli accordi bilaterali e la mancanza di rapporti con i Paesi di provenienza dei bambini e gli altri Paesi di accoglienza, sono state segnalate frequentemente e da tempo».

Un punto su cui anche Ai.Bi. ha molto da dire: «Il comunicato non lascia dubbi anche sulla necessità di fare finalmente luce – precisa Griffini – su quanto di vergognoso successo nella precedente gestione. Ci aspettiamo che si renda pubblico quanto emergerà, e se danni sono stati procurati a famiglie ed enti, che tutti abbiano il giusto risarcimento». «Certo alla fine rimane una domanda – prosegue il presidente Aibi- perché si è voluti arrivare fino a questo punto, lasciando alla guida di un settore così delicato come le adozioni internazionali, una persona che ha portato allo sfascio quello che era un vero e proprio fiore all’occhiello per l’Italia?». Tornando alle decisioni prese durante la Commissione dell’altro ieri, le associazioni sottolineano ancora l’importanza delle verifiche annunciate sugli enti autorizzati. Non solo perché la legge prescrive che queste verifiche siano fatte ogni due anni, ma anche per capire quali delle 62 realtà operanti, almeno secondo gli elenchi depositati alla Cai, siano davvero operativi e dispongano di strutture adeguate al delicato compito a cui sono chiamate.

Fonte: Avvenire