Adozioni internazionali. Colombia: è vero che per le coppie è necessario un solo viaggio e non si va in zone a rischio?

Buongiorno Ai.Bi.,

sono un’aspirante mamma adottiva che vorrebbe qualche indicazione sui Paesi di origine dei bambini in cui è possibile indirizzarsi. Il sogno mio e di mio marito sarebbe accogliere un bambino sudamericano. In realtà saremmo disponibili ad adottare anche due fratelli se necessario. Per questo ci hanno consigliato di rivolgerci ai Paesi del Sud America. Degli amici di famiglia, nello specifico, hanno adottato due sorelline colombiane, anche se parecchi anni fa. Ho visto che anche voi di Ai.Bi. adottate in Colombia. Vorrei sapere quindi come sono organizzati oggi i viaggi delle coppie adottive nel Paese sudamericano. Spero che sia necessario un solo viaggio perché non nascondo di avere un po’ paura dell’aereo, soprattutto delle lunghe trasvolate. Inoltre, conoscendo la situazione di diffusa insicurezza del Paese, vorrei essere sicura di non correre rischi nel periodo di permanenza in Colombia. Potreste darmi qualche informazione in merito a questi aspetti?

Grazie,

Cristiana

 

mara androsiglioBuongiorno Cristiana,

in Colombia, come in tutti i Paesi del Sudamerica, è richiesto un solo viaggio alle coppie adottive. Nel caso specifico della Colombia, questo ha una durata di circa un mese e mezzo.

Dal punto di vista organizzativo, Amici dei Bambini supporta la coppia innanzitutto fornendo  il nominativo di un’agenzia viaggi  a cui potersi rivolgere. Ovviamente, nel caso in cui i coniugi abbiano già un’agenzia di fiducia a cui preferirebbero rivolgersi non ci sarebbero problemi. L’importante – questo è il nostro consiglio – è quello di fare riferimento in ogni caso a un’agenzia, piuttosto che affidarsi alle prenotazioni “fai da te”. Questo perché potrebbe accadere che la data del viaggio di ritorno slitti di qualche giorno e sia quindi indispensabile modificare la prenotazione, senza perdere il denaro impiegato.

Prima di partire c’è però un passaggio preliminare da compiere. La coppia è tenuta infatti a prendere appuntamento con il Consolato colombiano (nel nostro Paese ce ne sono due: uno a Roma e l’altro a Milano) per ottenere il visto specifico per le adozioni, indispensabile per la trasferta nel Paese sudamericano.

Una volta atterrata in Colombia, la coppia sarà ricevuta dal referente di Ai.Bi. in loco che per prima cosa l’accompagnerà in albergo. Un viaggio in Sud America – non dimentichiamolo – comporta la necessità di smaltire una differenza di fuso orario non indifferente prima di essere pronti ad affrontare i vari impegni.

In occasione di tutti gli incontri relativi al disbrigo delle procedure e ai vari aspetti burocratici, i futuri genitori saranno sempre accompagnati dal referente locale di Ai.Bi. Il primo impegno è proprio l’incontro con il bambino che si svolge sempre nella sede dell’Icbf, Autorità Centrale colombiana, di appartenenza del bambino. Se questi vive in una regione diversa da quella di Bogotà, la coppia, dopo essere giunta nella capitale, farà un secondo volo interno per raggiungere la regione dove si trova il bambino, solitamente il giorno seguente all’arrivo. Anche in questa occasione verrà accompagnata dal referente di Ai.Bi. oppure in loco ci sarà comunque una persona individuata dalla referente stessa. Il calendario degli incontri è stabilito ovviamente prima della partenza dall’Italia e questa viene quindi fissata di conseguenza.

Per quanto riguarda le “zone calde”, non c’è nulla da temere. Le coppie adottive non vengono condotte nelle regioni più a rischio del Paese e, in ogni caso, il referente di Ai.Bi. fornisce precise indicazioni sulle zone in cui è meglio non recarsi.

A presto,

 

Mara Androsiglio

Adozioni internazionali di Ai.Bi.