Adozioni internazionali. Comitato Rdc “Le verità non dette da Presa Diretta della RAI . Tenuta nascosta la vergognosa gestione della CAI da parte di Silvia Della Monica”

comitato rdc 23Su cosa ha vigilato la Cai durante la gestione Della Monica? Come ha vigilato? Perché non ha controllato? Perché ora rilascia dichiarazioni a destra e a manca senza uno straccio di prova? Perché non ci ha convocato tutti e chiarito nella stanze di Villa Ruffo e non già a Controradio (unica radio degna, all’evidenza, di meritare i suoi interventi) rivolgendosi ad un pubblico vasto, ma non sempre attento e a conoscenza di ogni aspetto della vicenda? Queste sono alcune delle domande che pongono i genitori del Comitato Rdc a Presa diretta che lunedi’ 20 ha mandato in onda un servizio sulle adozioni internazionali che a detta dei genitori Rdc, è parziale sia sulle loro testimonianze sia sulle responsabilità della Cai sotto l’egida di Della Monica.

Riportiamo la versione integrale di quanto il comitato Rdc pubblica sul proprio sito: una precisa disamina delle inesattezze e parzialità del servizio di Presa diretta e delle incoerenze e incongruenze dell’operato di Silvia Della Monica come vicepresidente della CAI.

Genitori a tutti i costi, questo l’infelice titolo scelto da Presa Diretta per la trasmissione di ieri sera, con interviste rilasciate anche da alcuni membri del nostro comitato.

Alla luce di quanto apparso ieri sera riteniamo necessario evidenziare alcune incongruenze che, ahi noi, si sono palesate e che mostrano, a nostro giudizio, le gravissime e copiose mancanze della Commissione Adozioni Internazionali, non idoneamente poste  in evidenza e, lo diciamo con la massima modestia e con altrettanto rammarico, dalla trasmissione in questione.

Trasmissione che, si badi bene, ha avuto il pregio di avere, per una sera, posto il tema delle adozioni internazionali in primo piano, tuttavia mancando  di quello spessore, di quella profondità e di quella necessaria chiarezza che richiedevano le storie raccontate tanto accoratamente dai genitori. 

Teniamo a precisare che le interviste apparse, che riguardano alcuni fra noi del Comitato Genitori Rdc, non sono altro che un piccolissimo stralcio di quasi due ore ciascuna, di dialogo con il giornalista Giuseppe Laganà, al quale abbiamo anche esibito documenti e fornito dettagli della nostra odissea adottiva, del tutto stralciati dal programma di ieri e che avrebbero permesso una luce più nitida sul nostro percorso e del gravissimo disinteresse, non finiremo mai di dirlo, modus operandi della Cai nei nostri riguardi (mai un rigo, se non per invitare a tacere; mai possibilità di contatti, incontri in cui venivamo tacciati di danneggiare le adozioni, figli arrivati in caserme, noi costretti a viaggi per l’Italia per abbracciare i nostri figli senza preavviso alcuno… solo per rammentare qualcosa in merito) 

Ma… andiamo al merito:

REVOCHE DEI MANDATI

Si è detto, durante la trasmissione – per dichiarazione resa dalla viva voce della dottoressa Silvia Silvia della Monica, estrapolata da un suo intervento in Commissione Giustizia, ci chiediamo perchè non abbia rilasciato interviste a Presa Diretta… anche se temiamo di conoscere già la risposta – che tutti i genitori in carico all’ente AIBI di Melegnano (MI), quanto alle adozioni in RDC, hanno indistintamente revocato il mandato a tale ente, avendo loro scoperto delle irregolarità relative ai loro percorsi adottivi. Vero, quanto alle revoche. Ma tale frase merita un tantino di approfondimento. Perché tutti i genitori  hanno  revocato?

Nel gennaio 2015, allorquando queste famiglie sono state convocate in tutta fretta presso la sede Cai in Roma, la dottoressa Silvia della Monica comunicava loro, con toni gravi, di  asserita mala gestio dei loro fascicoli da parte di Aibi. Consequenzialmente la stessa caldeggiava (per usare un eufemismo) tutti i genitori presenti a revocare il mandato ad AIBI – lettera di revoca già confezionata dalla sua segreteria e sottoposta loro per la firma -. Non solo, in quella sede, la dotteressa Della Monica precisava che, dopo la revoca, tali famiglie sarebbero state prese in carico direttamente dalla Commissione Adozioni Internazionali: niente meno che dallo Stato Italiano. Orbene, a meno di essere dei genitori irresponsabili, già gravati da un blocco che impediva ai loro bambini di uscire dalla RDC, innanzi alla istituzione suprema delle adozioni, queste famiglie firmarono le revoche.

Revoche di cui, peraltro, la Commissione non consegnava loro neppure copia, occupandosi all’evidenza anche della spedizione delle missive all’ente in questione (come dire… metti che ci ripensino?).

A distanza di due anni da quei fatti, con la maggior conoscenza del funzionamento delle istituzioni, ci chiediamo perchè la Cai se tali irregolarità sussistevano (ad oggi non abbiamo capito ancora se vi siano state o meno, nè alcun Tribunale italiano ha sentenziato in merito), non abbia aperto un controllo immediato su AIBI (era nei suoi pieni poteri farlo) non abbia revocato AIBI, non abbia spiegato alle coppie interessate che stava succedendo e perchè.

Anzi, sapete che è successo dopo il mese di gennaio 2015, durante la gestione della dottoressa Della Monica?  Aibi è stato accreditato ad operare per altri paesi del mondo: Romania Haiti e Colombia.  Orbene delle due l’una, senza ombra di smentita: o le questioni che hanno investito AIBi sono facezie o la Cai è governata da irreponsabili! #caichefai?

Altro Ente, altra storia

assiamo al caso che riguarda Enzo B a Torino. E’ notizia di questi giorni che Enzo B, in conseguenza a svariate denunce sporte da parte  di alcuni genitori instradati sull’Etiopia (paese che si mostrava molto instabile, quanto alle adozioni, già del 2011 e presso il quale l’ente in parola ha continuato ad instradare le famiglie sino al 2015 – ricevendo ingenti somme di denaro, senza portare a termine alcuna adozione – all’uopo e se volete approfondire seguite la vicenda drammatica del gruppo di genitori coraggiosi Family For Childrenè interessato da procedimenti penali davanti alla procura di Torino. Ebbene la Cai su queste enormità tace. Questi fatti sono risalenti al periodo anche di gestione della dottoressa Silvia della Monica, alla quale i genitori avevano segnalato il modus operandi di tale ente e chiesto puntuali interventi. Non solo, Enzo B è quell’ente dei comunicati congiunti in favore della legalità nelle adozioni, dell’appoggio incondizionato alla ex vice presidente della Cai, quell’ente che tuonava contro noi genitori del Comitato e che… minacciava i genitori che si erano appoggiati al suddetto ente di revocare il mandato. Questo giusto per dovere di cronaca.

Ebbene anche questo ente continua ad operare tranquillamente ed anche la presidente Boschi, nominata a maggio 2016, nulla ha fatto perseverando nel clima di disinteresse sul punto. #caichefai?

Kirghizistan e ente Airone di Savona

Vicenda quantomai oscura e crudele. L’ente in questione è Airone. Qui i genitori erano già abbinati. Mamme e papà che hanno addirittura abbracciato, cullato e posto la base per il futuro di nuove felici famiglie in seguito ad incontri con i loro bambini nel paese. Rientrati in Italia, in attesa dell’asserito completamento della pratica al fine di portare i loro figli a casa, accadde l’inaspettato. L’adozione era una farsa. Il tutto era stato creato al fine di sottrarre somme di denaro ai genitori. Ogni bimbo era stato presentato a più famiglie al solo fine di  estorcere somme. Di quei figli nessuno sa più nulla. In Italia non è arrivato alcun bambino dell’ente Airone.

Anche in questo caso grazie a genitori coraggiosi la situazione è arrivata nelle aule di Giustizia (per avere più informazioni seguite la battaglie della famiglia Selini). Una prima udienza si è già tenuta e sapete chi si è costituito parte civile? Solo i genitori. La Cai, a conoscenza di tutto, non si è palesata. Non solo non si è costituita parte civile ma non ha inviato neppure trasmesso un rigo di solidarietà a questi genitori, mai divenuti tali, rimasti con le immagini nel cuore di questi bambini che mai più potranno stringere e chiamare figli. #caichefai?

Il servizio di Presa Diretta non ha detto nulla sul destino dell’ente Airone, la cui attività è stata in qualche modo continuataanche dopo la revoca attraverso una fusione fredda con un altro ente, palesata per lungo tempo sul sito del medesimo. Quale? Vi lasciamo con la curiosità di scoprirlo… ma sappiate che non ci vuole molto fare 2+2! E se ingrandite l’immagine in basso a sinistra c’è una data. In che periodo avveniva questa cosa? Tante altre famiglie in gestione ed entrate cospicue nelle casse di questo ente, molto combattivo e battagliero al fianco di questa Cai.

I tempi

Le interviste del giornalista Laganà sono tutte risalenti, per quanto riguarda noi genitori del Comitato, al mese di marzo 2016, quando la nostra vicenda era nel buio tenebroso del nulla. La Cai non ci considerava, non sapevamo come stesse agendo nell’interesse di un arrivo quanto più tempestivo dei nostri bambini in Italia. Ci eravamo, da poco, incatenati  fuori dal Parlamento, eravamo su molti giornali, abbiamo urlato le nostre preoccupazioni e sofferenze per il nulla della Cai. Di questo abbiamo lungamente parlato con Laganà a Marzo 2016. Abbiamo a lui denunciato che alcuni enti ci hanno minacciato di “rimettere i nostri mandati se avessimo perseguito la strada della denuncia pubblica del comportamento della Cai. Ma di questo nulla avete visto.

Ancora oggi nulla sappiamo di cosa sia stato fatto per noi, di cosa è accaduto veramente  in RDC, come la Commissione Adozioni Internazionali abbia protetto i nostri figli e figlie e vigilato sugli enti. 

Sappiamo di certo solo, e ciò è confermato dall’intervista rilasciata dal Ministro della RDC Boshab a Laganà, che i rapporti con l’Italia erano buoni. Boshab dice che non si fidava degli enti e che quindi si rapportava con le autorità italiane. La stessa Silvia Della Monica ha dichiarato in sede della Commissione Giustizia e in seguito in un convegno e in alcune interviste che è stato merito della Cai la costituzione della Commissione Interministeriale del Governo congolese che ha preso in esame i nostri dossier per rianalizzarli tutti.

Ebbene allora una domanda sorge spontanea: ma se il blocco è durato tre anni, se ci sono voluti tre anni per analizzare dei dossier provenienti da sentenze già emesse fra il 2013 e il 2014 dai tribunali congolesi, se a fronte di questo controllo e di questa sintonia fra le istituzioni dai due paesi i dossier sono risultati tutti regolari e i bambini sono arrivati in Congo, come fa la dottoressa Della Monica a rilasciare dichiarazioni che parlano tratta di minori, di minacce ai bambini, di bambini strappati alle loro famiglie naturali e altro ancora? Ma non era merito dei buoni rapporti instaurati fra i due paesi e i controlli incrociati avevano funzionato alla perfezione, come hanno fatto a crearsi dei casi del genere? SIAMO DAVANTI AD UNA PALESE CONTRADDIZIONE!

E allora quali sono i buoni rapporti di cui parla il Ministro Boshab?

Quelli con il nostro Ministero degli Esteri, quelli con la nostra Ambasciata. Quelli con pregevolissimi funzionari del citato Ministero, che non ci hanno mai abbandonato, che ci hanno sostenuto… Non già con la Cai, che non conferiva con nessuno. Se Laganà avesse avuto la bontà di fare capire a quali istituzioni insoddisfacenti ci riferivamo con le nostre dichirazioni, avreste capito che si trattava solo ed unicamente della Cai.

Avreste compreso molto  ancora della nostra storia.

Il senso delle nostre voci rotte, arrabbiate e dolorose.

Non uno J’Accuse, ma un invito a continuare…

Sia chiaro che il nostro post non ha alcuna intenzione di essere uno J’Accuse a Presa Diretta, ci rendiamo perfettamente conto che è difficilissimo condensare centinaia di storie di vita, ognuna con la propria sofferenza, casi diversi, che riguardano enti diversi, un un’ora e mezza scarsa di trasmissione. Se non altro questi giornalisti hanno cominciato a tracciare una panoramica generale delle varie situazioni che si sono create in questi anni.

Ci aspettiamo però ora che Presa Diretta voglia proseguire, voglia approfondire, voglia seguire tutti i passi di ciascuna vicenda. Non riducendola solo alla contabilità degli assegni staccati. Staccati per amore, non per altro, sia chiaro!

La denuncia al sistema che funziona male è fondata, ma Presa Diretta avrebbe dovuto con maggiore attenzione e cura, rendere evidente le gravità dell’inerzia della Cai.

Cai che ora grida “ irregolarità adottive in RDC” ma che così facendo mostra il suo totale fallimento della gestione e, vieppiù, la totale spregiudicatezza nel colpire ora tutti i bimbi indistintamente giunti in Italia, di cui sta danneggiando il futuro, con l’ombra che getta su ciascuno di loro quanto alle loro singole adozioni, senza spiegare la fondatezza e la veridicità di tali assunti.

Su cosa ha vigilato la Cai durante la gestione Della Monica? Come ha vigilato? Perché non ha controllato? Perchè non ha denunciato? Perché non si è fatta carico in prima persona di agire? Perchè ora rilascia dichiarazioni a destra e a manca senza uno straccio di prova? Perchè non ci ha convocato tutti e chiarito nella stanze di Villa Ruffo e non già a Controradio (unica radio degna, all’evidenza, di meritare i suoi interventi) rivolgendosi ad un pubblico vasto, ma non sempre attento e a conoscenza di ogni aspetto della vicenda?

Attendiamo. Aspettiamo. Non inermi, non immobili… lo dobbiamo ai nostri figli.

Perché abbiamo voluto essere genitori a tutti i costi, eccome, ma solo per AMORE!