Adozioni Internazionali: il sociologo Donati e la realtà che non conosce

Al sociologo Pierpaolo Donati la sentenza della Cassazione, in cui si invita ad aprire le adozioni anche ai single, non è piaciuta.
In un’intervista rilasciata oggi al quotidiano “Avvenire” il sociologo si dichiara preoccupato per una tendenza ormai dilagante: quella di privilegiare una cultura “virtuale”, basata su idee e desideri di parte, senza considerare il dato empirico, in questo caso quello psicologico e sociale, secondo il quale i bambini hanno bisogno di due genitori e la famiglia non è solo “prendersi cura” di qualcuno.

Secondo Donati la sentenza della Cassazione apre a una deriva inquietante: quella che per essere famiglia, e dare una famiglia a un bambino, basti che ci sia qualcuno che se ne occupi. È il trionfo della logica “assistenziale”: che sia uno solo ad allevare un figlio è il “male minore”.

Al contrario, riteniamo, che visto il continuo aumento dei minori abbandonati, un genitore single che si occupi del destino di questi bambini è il bene minore, di fronte a quello che è il bene maggiore di avere una famiglia.

Nell’intervista Donati sottolinea anche il fatto che ci sono molte più coppie disposte ad adottare che bambini presenti negli istituti. Che bisogno c’è, dunque, di adozioni ai single?”

Evidentemente il sociologo non conosce in modo approfondito i dati riguardanti il numero di coppie disponibili ed il numero di minori abbandonati nel mondo.

I dati UNICEF parlano chiaro: nel 2003-2004, ad esempio, vi erano circa 145 milioni di bambini abbandonati, cifre ritoccate in aumento nel 2010 che hanno portato il numero a 163 milioni cioè, in cinque anni vi è stato un aumento di 20 milioni di bambini abbandonati.

Per citare alcuni dati, i bambini abbandonati in lista di attesa, cioè per i quali i paesi d’origine stanno cercando famiglie o persone disposte ad accoglierli, ad oggi sono: in Cina più di 1.900, in Colombia 5.656, in Bulgaria circa 5.300, mentre in Perù sono 419.

A fronte di questo dato bisogna prendere atto anche della costante diminuzione delle idoneità concesse e di conseguenza delle richieste di adozioni.

Secondo i dati dell’ultimo rapporto CAI a disposizione (Dati e prospettive nelle adozioni internazionali dal 1° gennaio al 30 giugno 2010) dal 2006 al 2009 sono stati concessi 21.291 idoneità e solo 13.805 coppie hanno poi dato mandato effettivo ad uno degli enti autorizzati. Il dato che preoccupa è che nel 2006 erano il 31%, mentre nel 2009 tale percentuale è precipitata al 41%.

Siamo quindi di fronte ad una vera e propria crisi, perché non solo diminuiscono le idoneità concesse e quindi le richieste di adozione (nel 2006 – 6.237, nel 2007 – 5.635, nel 2008 – 5.030, nel 2009 – 4.377 e al 30/06/2010 – 1553) ma soprattutto l’utilizzo delle stesse idoneità, per cui oggi solamente una coppia che ha ottenuto l’idoneità su due prosegue il percorso adottivo.

Se continuerà questo trend, agli stessi livelli degli ultimi 5 anni, si arriverà nel 2020 alla fine delle adozioni internazionali con appena un centinaio di adozioni.