Adozioni internazionali: l’equilibrio psicologico del figlio è la prima paura dei genitori

Sono tante le difficoltà raccontate dalle coppie a proposito del percorso adottivo. Il primo motivo di ansia è il rischio che il bambino possa essere traumatizzato sul piano psicologico. E’ questo quanto emerge da un’inchiesta realizzata dal mensile “Altroconsumo”, tra maggio e giugno 2010, a 1.000 genitori adottivi o in procinto di esserlo.

Secondo l’indagine, oltre alla preoccupazione per il precario equilibrio psicologico del figlio adottivo (52% degli intervistati), le coppie intervistate dichiarano di essere in ansia per il tempo trascorso dal bambino in orfanotrofio (40%), per la possibilità che il bimbo debba ritornare ai genitori biologici (37%), di non essere accettati come candidati (28%) e di non avere una buona relazione con il bambino (23%).

La maggior parte degli intervistati inoltre ritiene opportuno parlare dell’adozione con il bambino il prima possibile. Questo dialogo crea preoccupazione nei genitori, che vogliono presentarsi nel modo più trasparente possibile verso il piccolo, rispondendo ad ogni sua domanda.

Un altro dato significativo emerso dall’indagine è quello relativo al supporto psicologico, ritenuto fondamentale dall’80% delle coppie, nonostante il 37% di queste si ritenga insoddisfatto dell’aiuto ricevuto. Questo aspetto continua ad essere molto importante, anche quando l’iter che porta all’adozione si è concluso. Del resto è intuibile quanto sia necessario l’aiuto professionale di uno psicologo nella gestione di un bambino traumatizzato, che viene accolto in una nuova famiglia.

Secondo l’inchiesta realizzata, i principali ostacoli che emergono durante l’iter adottivo sono da attribuire alle spese elevate da sostenere (52%), alla durata del percorso di adozione (40%), alla carenza di supporto psicologico (37%) e all’emergere dei traumi subiti dal bambino (28%).