La magia dell’adozione. Haiti. “Notiamo una bimba e i nostri occhi, per tutta la durata del video, ricadevano sempre su di lei: così Isabelle divenne nostra figlia!”

haitiNon si esaurisce la magia che l’adozione riesce a creare in tante famiglie: quella del riconoscimento tra figli e genitori che avviene, in molte occasioni, ancor prima di carte e sentenze.

Questa storia di #iosonoundono, di per sé, ne aveva già i contorni: è la prima adozione di Ai.Bi. ad Haiti, un paese piegato da terremoti e calamità naturali. La magia si deve alla piccola Isabelle, che per la prima volta fu vista ‘per caso’ dai genitori in un video amatoriale, girato da una coppia che aveva effettuato il primo dei due viaggi previsti dalla procedura adottiva ad Haiti. La bambina non era ancora loro figlia eppure qualcosa di magico accadde negli occhi di chi guardava. L’amore di mamma e papà aveva già visto tutto.

Sapendo di essere stati abbinati a un determinato istituto – dicono Rosa e Roberto, insieme da oltre 20 anni, tra fidanzamento e matrimonio – ci eravamo messi in contatto con coppie italiane della stessa creche (istituto ad Haiti, ndr). Una di queste aveva postato sul nostro gruppo whatsapp un video che riprendeva i bambini di questo orfanotrofio mentre giocavano. A un certo punto notiamo una bimba e i nostri occhi, per tutta la durata del video, ricadevano sempre su di lei

Da lì a poco la coppia avrebbe avuto l’incontro nella sede Ai.Bi. per vedere e conoscere il dossier del figlio tanto atteso. “Quando ci mostrarono le foto di Isabelle….restammo imbambolati e increduli: era la bambina del video! Era lei! Abbiamo detto subito sì al pre-abbinamento con Isabelle: una bambina sana e molto bella. Eravamo felicissimi!

Per loro il percorso era iniziato nel 2012, quando maturò l’idea dell’adozione.

Dopo la stressante via della fecondazione assistita – raccontano – ci siamo decisi. Nel 2014, dopo aver dato mandato ad Ai.Bi., e di adottare ad Haiti”.

Passo passo, la coppia di Verona con pazienza, arrivò fino a Port au Prince.

Siamo partiti per Haiti un mese dopo l’abbinamento per conoscere Isabelle – ricorda Roberto -: eravamo emozionati e anche pieni di paure, non immaginando la reazione della bimba. Il giorno successivo al nostro arrivo andammo subito all’istituto”.

In quel momento prezioso e speciale, in cui stava nascendo una nuova famiglia, è possibile forse immaginare le molte emozioni legate al momento contingente ma anche alla percezione del viaggio lunghissimo di un uomo, una donna e una bambina che finalmente trovano il loro punto di incontro, unico e per sempre.

Il cuore batteva all’impazzata – racconta la mamma ancora emozionata –  Io vedo subito Isabelle sopra l’ altalena. Lei ci vede e ci viene incontro: è subito amore! E’ proprio nostra figlia!!

Inizia così il primo periodo di affiatamento della famiglia, per un paio di settimane.

Arrivò purtroppo il momento di salutarla – ricordano i genitori – : e non sapevamo ancora  quanto tempo sarebbe passato per tornare a prenderla definitivamente”.

Passarono alcuni mesi dal primo viaggio: mesi in cui Rosa e Roberto scrivevano lettere alla loro figlia, attendendo con impazienza alcune foto della loro figlia.

Siamo in Italia dall’8 marzo con la vita stravolta – continuano – e piena di gioia infinita nel cuore: finalmente la nostra famiglia è completa!

La vita ora è ricominciata per tutti e come spesso accade basta poco per accantonare le fatiche trascorse e godersi invece appieno la bellezza della famiglia.

Il cammino assieme, dobbiamo ammetterlo, ha risvolti tortuosi, visto quello che abbiamo dovuto affrontare – dicono i genitori – : viviamo molti alti e bassi, però siamo sicuri di farcela con tanto amore e pazienza. Isabelle, come ogni bambino adottivo, ha molto bisogno di amore, coccole e di essere ascoltato”.

Non va mai dimenticato infatti che a fronte di procedure spesso lunghe per i genitori, esiste la vita silenziosa di bambini abbandonati in istituto che non hanno alternative all’attesa.

E quando finalmente i genitori arrivano, l’accoglienza dei figli è spesso piena e immediata ma anche costellata di momenti di prova: non si spegne facilmente il ricordo di altri adulti che, tempo prima, hanno tradito con l’abbandono la fiducia dei bambini.

Per quanto riguarda noi due – concludono Rosa e Roberto – stiamo imparando a fare il mestiere più difficile, quello del genitore. Nostra figlia ci sta mettendo molto alla prova per vedere le nostre reazioni, per avere conferme. A volte è molto dura ma non ci scorraggiamo. Si guarda sempre avanti”.