Adozioni internazionali. Pagano (Area Popolare). “Urge una revisione del sistema che porti allo snellimento dei tempi, delle procedure, delle attese e alla chiarezza e tracciabilità dei percorsi”

pagano“L’adozione internazionale oggi ha un futuro o no?  E’ una domanda che al di fuori di contesti vissuti da famiglie o addetti ai lavori interessati, non ci lascia né smarriti né indignati.  Perché?  L’Italia ha forse la coscienza addormentata? Certo, lo lascerebbero pensare le scelte politiche, culturali e mediatiche di questi decenni, che hanno favorito, tra le altre cose, la denatalità  nel nostro Paese”. A dichiararlo è il deputato Alessandro Pagano (gruppo Area Popolare) che è intervenuto al convegno che si è svolto a Gabicce Mare (Pesaro Urbino).

“Il clima di sfiducia di cui ha risentito l’adozione – continua – , va sicuramente inserito e contestualizzato anche nella dimensione globale della crisi. L’Istat a febbraio 2015 sottolineava come sono 509 mila le nascite nel 2014, cinquemila in meno rispetto al 2013, il livello minimo dall’Unità d’Italia. Sempre in febbraio ‘Vita’ citava i dati diffusi dall’Istituto francese di studi demografici (INED), secondo il quale a livello globale tra il 2004 e il 2013 il numero di adozioni internazionali è diminuito di ben due terzi, passando da quota 42.194 a 15.188 minori adottati”.  In Italia, mentre i numeri di altri paesi europei crollavano, “l’adozione ha portato, nel 2010, 4.023 bambini adottati – precisa il deputato di Area Popolare -.  Ma dopo il 2010 è iniziato il crollo anche da noi. Nel 2013 siamo scesi alla metà: 2.825. L’Italia, spiace ammetterlo, anche con questi numeri dimostra di essere, sempre più,  un paese di vecchi”.

Per Pagano “talvolta dobbiamo interrogarci sui motivi di questa crisi economica che sembra non voler più abbandonare l’Italia e in generale l’Occidente. Penso che il motivo più importante sia proprio il crollo delle natalità che ha ristretto la base della piramide demografica, al punto che siamo in presenza di una vera e propria piramide rovesciata. Il peso del Welfare, della Salute e delle Pensioni è diventato insopportabile facendo venire meno le risorse destinate agli investimenti.

L’aumento della pressione fiscale, sempre più insopportabile e che frena anch’essa gli investimenti produttivi, è la conseguenza a voler mantenere questo Stato sociale arcaico e pieno di vincoli.

Ecco perché bisogna avere idee strategiche chiare sulle Politiche che il nostro Paese vuole realizzare. Il crollo delle Adozioni Internazionali, che allo Stato costano  “4 lire”, è da far rientrare anche nelle responsabilità di qualche mediocre funzionario certamente ideologizzato e forse in mala fede”.

“Sull’adozione internazionale l’assenza di dati rispetto all’anno 2014 è un grave fatto più volte denunciato anche da tanti colleghi parlamentari – ricorda Pagano -, per cui ad oggi, è inammissibile non ricevere risposte, non dico sulle questioni più complesse su cui in questi mesi in tanti ci siamo interrogati anche in sede istituzionale con numerosi atti parlamentari, ma almeno sulle certezze dei numeri”.

“Interrogandoci sulle cause del crollo delle adozioni – aggiunge – vanno rimarcati dati tanto ovvi, quanto inconfutabili: alla cultura della vita e dell’accoglienza si è sostituita la cultura della divisione; alla cultura della famiglia si è opposto il culto del “gender”; alla cultura del bene comune,  si sostituisce  l’idolatria del proprio io”.

“Dovrebbe destare sconcerto  le giustificazioni – continua – di chi dice che il calo delle adozioni deriva da maggiore assistenza interna da parte dei Paesi di provenienza dei bambini, o perché le coppie italiane sono in difficoltà e finanche con lo sdoganamento della fecondazione eterologa. Quelli appena elencati sono ingiustificati motivi di fronte alla voragine dei numeri dei bambini che possono essere accolti”.

Il deputato di Area Popolare pensa al Rapporto dell’ECOSOC (Comitato economico e sociale) dell’ONU, pubblicato  nel 2009, secondo cui per dare una famiglia solo a minori orfani di entrambi i genitori per Aids, l’Onu calcola che l’attuale numero delle adozioni a livello globale dovrebbe essere aumentato di 60 volte. Circa 15 mila i minori adottati nel 2013 a fronte degli oltre 15 milioni di adozioni che sarebbero necessarie.

“Per individuare possibili soluzioni a tale divario è necessario e urgente che l’adozione sia una scelta politica – aggiunge -, che si traduca in azioni concrete di Politica Estera. Se l’Italia vuole giocare il ruolo di global player dentro la politica comune, la coerenza delle politiche dello sviluppo è una parola chiave. E l’adozione è sicuramente uno dei parametri, di una buona politica di sviluppo di un Paese”.

Per Pagano per una buona ricetta di rilancio occorrono alcuni ingredienti fondamentali:

1.      Adozioni internazionali etiche, tracciabili.

2.      Testimonianza della cooperazione della collaborazione tra Enti, Servizi, Commissione adozioni internazionali e famiglie.

3.      Fiducia reciproca tra istituzioni, mondo del no profit qualificato, famiglie.

“L’anno passato ci ha dimostrato come il pessimismo – continua -, il clima di sospetti, la disgregazione della rete, la mancanza di chiarezza e di risposte, l’assenza di comunicazione hanno portato solo danno ai bambini prima di tutto, e alle famiglie che li aspettano.

Occorre affrontare con coraggio una revisione del sistema e una razionalizzazione, che porti allo snellimento dei tempi, delle procedure, delle attese e alla chiarezza della realizzazione dei progetti di vita. Ad oggi la tracciabilità dei percorsi, sia in termini di servizi che in termini economici, è carente”.  “Il mio augurio ma anche il mio impegno per il nuovo anno che verrà – conclude -, sarà per ridisegnare la nuova strada dell’accoglienza. Il nostro Paese non ha la coscienza addormentata! Occorre solo coraggio, sperimentazione e innovazione da parte di Parlamento e Governo per  “mettere a sistema” sia i saperi che la creatività dell’Accoglienza “made in Italy”. Accoglienza che troppo poco viene raccontata e che personalmente posso testimoniare di aver incontrato”.