Adozioni nazionali, Francia: l’Accademia di Medicina chiede nuove regole

L’Accademia di Medicina francese, in una relazione dai toni severi presentata martedì 22 febbraio, ha votato in seduta plenaria chiedendo una riforma delle adozioni nazionali in Francia.

L’organizzazione ha denunciato le mancanze delle istituzioni francesi che lasciano bambini in difficoltà o abbandonati dai genitori, senza essere adottabili.

Ad oggi sono circa 800 i minori che ogni anno vengono adottati tramite adozione nazionale, un rapporto di 1 a 5 con le adozioni internazionali.

La complessità delle procedure, la dispersione delle responsabilità e la lentezza nei procedimenti, secondo il professor Jean-Marie Mantovani, che ha presentato i risultati della relazione, provocano gravi conseguenze.

Anche quando è nota la negligenza dei genitori o vengono segnalati degli abusi, i bambini non sono disponibili per l’adozione. Molti, secondo il prof. Mantovani, passano da un affidamento a un altro senza poter stabilire una relazione emozionale stabile e costruirsi un futuro.

Nella sua presentazione, il prof. Mantovani, in particolare, ha messo in evidenza due dati: mentre ogni anno sono segnalati abusi su circa 20.000 bambini, sono pochi i minori “a rischio” che poi vengono adottati.

Il relatore ha proposto anche di introdurre l’obbligo, da parte dei medici, di segnalare eventuali abusi sui minori.

Si suggerisce inoltre la creazione di una catena di famiglie ospitanti volontarie, scelte tra i candidati per l’adozione, in collaborazione con le famiglie ospitanti retribuite, al fine di semplificare i processi amministrativi e di assistenza giudiziaria per i bambini in pericolo.

Quanto alla negligenza dei genitori, l’organizzazione dei medici ha proposto di introdurre delle valutazioni semestrali anziché annuali alle coppie, come è previsto oggi dal Codice Civile.

La questione della negligenza dei genitori non è nuova e non è facile da valutare. Tre anni fa, Jean-Marie Colombani, ex direttore del quotidiano Le Monde, in un rapporto ha deplorato lo scarso utilizzo dello dell’articolo 350 del codice civile, che permette di avviare una “richiesta di dichiarazione giudiziaria di abbandono” quando i genitori si sono dimostrati essere “manifestamente disinteressati” al bambino nel corso dell’anno precedente.

Alcune associazioni, tuttavia, richiedono cautela. Questo è il caso di ATD Quarto Mondo, la quale ricorda come possa essere difficile valutare la negligenza dei genitori.

“Seguiamo le famiglie in situazione di disagio tale che a volte è difficile mantenere il contatto con il loro figlio adottivo”, ha detto Maryvonne Caillaux, una delle responsabili dell’associazione. So che alcune mamme che amano i loro figli, non si sa come, si sentono svalutate; alcune hanno disturbi psichiatrici, nei quali si dibattono. Pochi giorni fa, una di loro, ha detto che non voleva più vedere i suoi ragazzi, perché i rapporti erano molto difficili, poi mi ha detto: “Non che io non voglio vederli, ma soffro troppo”, ha detto la Caillaux, senza negare la necessità, in casi estremi, di interrompere il rapporto.

Secondo Genevieve Miral, presidente dell’Associazione dei Familiari e dei Bambini adottati, chi supporta una tale posizione, “deve stare molto attento a come si muove in questa vicenda dolorosa e complessa”. Per fare questo, raccomanda cambiamenti concreti “in particolare, i servizi sociali hanno pochissimi strumenti per valutare la negligenza dei genitori”.

(Fonte: La Croix, Le Figaro 22.02.2011).