Affido. Botta e risposta sul Forum Ai.Bi.: certi affidi non hanno senso, nascono come ‘sine die’ e così rimangono

Sulla ‘piazza virtuale’ messa a disposizione degli utenti da Amici dei Bambini una discussione evidenzia le difficoltà diffuse nel nostro Paese nella gestione dell’affidamento familiare come (solo presunto) ‘parcheggio temporaneo’ del minore di una famiglia in difficoltà 

Emblematico quanto riportato da un utente: “Se dimentichi di avere un figlio, qualunque sia il motivo, non ce l’hai più, perchè non è mai stato tuo” 

affido. Sul Forum di Ai.Bi. un botta e risposta su quelli 'sine die'L’affido familiare nel nostro Paese è notoriamente un provvedimento temporaneo, introdotto e deciso per aiutare il bambino di una famiglia ‘difficile’ a poter proseguire il proprio percorso di vita in modo sereno e il più possibile favorevole, con l’obiettivo auspicabile che la famiglia di origine possa nel frattempo risolvere i propri problemi e tornare nelle condizioni di poter riaccogliere in casa il minore.

Tuttavia, sempre più di frequente, le condizioni in cui le famiglie biologiche ‘costringono’ il Giudice a optare per questo provvedimento, contemplano di fatto un affido a lungo termine, cioè senza una concreta opportunità che in un futuro magari non troppo lontano il figlio possa rientrare nella propria casa di nascita, entro il compimento del diciottesimo anno. Che, tuttavia, non genera quasi mai un minimo di ‘stabilità’ nella scelta di nuova vita presa per tutelare il presente e il futuro del bambino.

Del tema, in particolare, hanno discusso, in un ‘botta e risposta’, alcuni membri del Forum di Ai.Bi., genitori affidatari che hanno messo il dito nella ‘piaga’ di questa incongruenza.

I nostri giudici/legislatori faticano veramente a capire che per molti minori la famiglia biologica pur rappresentando le loro origini sia una fonte terribile di sofferenza. Ho letto una sentenza terribile neo giorni scorsi dove per arrivare a ciò che noi condividiamo il genitore biologico deve essere dichiarato ‘indegno’. Vorrei però mi interpretassero questo concetto. Se neanche ai mafiosi e camorristi si tolgono i figli, chi è un genitore indegno? Neanche un serial killer o un gerarca nazista per loro è indegno. E c’e tutto uno studio sui figli dei nazisti e la sofferenza di portarsi dietro la storia paterna”, sottolinea un utente.

Mi dispiace dirlo ma loro meno stanno con la famiglia bio e più sono sereni e concentrati nella loro vita. Secondo me nei casi di impossibilità di recupero della famiglia bio, la disciplina dell’affido dovrebbe proprio prendere altre strade. Tenendo al centro l’interesse del minore prima che la continuità del legame di sangue, che ahimè si riduce solo a quello”, aggiunge un altro, parlando dei minori in affido.

Proprio con una mia amica affidataria da otto anni ribadiamo il concetto, certi affidi non hanno senso nascono come sine die e così rimangono alla faccia del superiore interesse del minore”, chiarisce un’altra frequentatrice del Forum Ai.Bi.

Quanto al rapporto talora ‘difficile’ con i Servizi Sociali, uno degli astanti spiega: “È un argomento che non puoi toccare. Perchè ti viene sempre ribadito che l’affido è un provvedimento temporaneo e che se i genitori bio cambiassero o venissero meno le ragioni dell’affido, lo scopo è il reintegro nella famiglia bio. Noi siamo un parcheggio temporaneo. Chi decide sono Giudice e Servizi sociali. Tu puoi far presente delle situazioni, chiamare e scrivere (verba volant, scripta manent) ma tutti gli attori recitano questa finzione. Sapendo benissimo che è un’ipocrisia. Qui si parla di persone che non si ricordano gli appuntamenti con i figli che vedono una volta al mese. Ma è loro diritto…
Mentre i bambini saltano allenamenti, scuola, impegni, si fanno 200 km ad andare e 200 a tornare, aspettano che arrivino i genitori che non vengono perché si sono dimenticati. che diritto è ? Quello di non fare il genitore ? Io credo che essere genitori sia un diritto ma anche e soprattutto un dovere, e che prevalga il diritto di essere figlio su quello di essere genitore. Non puoi cavartela così. Tu se dimentichi di avere un figlio, qualunque sia il motivo, non ce l’hai più, perché non è mai stato tuo. Non sai come si addormenta, cosa mangia, cosa pensa, cosa ama fare, cosa odia, non conosci le sue paure e le sue passioni, la sua enorme fatica di vivere. Un bambino si culla, si imbocca, si cambia, si ninna, si sculaccia e si ama. Se non hai mai fatto questo con tuo figlio, non hai alcun diritto di essere genitore, perchè prevale il diritto del bambino a vivere. A costruirsi una vita, una pace, un equilibrio che altri stanno combattendo per lui. Tu caro genitore bio, curati, ascoltati, risolvi i tuoi problemi e accontentati di sapere se sta bene. E se lui, il minore, decidesse di venirti a trovare, lo deciderà quando lui e soltanto lui ne sentitrà l’esigenza. La realtà è invece che noi, oltretutto, ogni tre mesi facciamo gli incontri di verifica con Servizi e genitori bio. Ma per fare cosa ? Per dirsi cosa ? Per il protocollo
”.

Una circostanza evidentemente diffusa, che meriterebbe ulteriori riflessioni e approfondimenti e, magari, qualche provvedimento per trovare una soluzione concreta, che riconduca davvero, anche nei casi citati dalla discussione in questione, all’interesse superiore del minore.