Affido. Che differenze ci sono fra adozione e affido sine die?

Affido sine die e adozione, sono due strade diverse per accogliere bambini provenienti da situazioni giuridiche differenti, che necessitano di trovare famiglie consapevoli, disponibili ad aprirsi e a farsi “scombussolare la vita” …

Spesso le persone chiamano in sede, per conoscere la differenza fra adozione e affido lungo o “sine die”, perché nell’idea diffusa si tratta di un bambino che entra in una famiglia e vi resta per sempre.

Se nella semplice idea dello “stare e crescere insieme”, adozione e affido sine die si possono in un certo senso considerare equivalenti, le due situazioni sono diverse.

Ecco una breve descrizione che tratteggi le principali differenze, senza la pretesa di esaurire completamente il quadro che è molto complesso.

L’adozione legittimante fa sì che un bambino diventi figlio a tutti gli effetti della famiglia, sia da un punto di vista legale oltre che affettivo. La situazione adottiva è data da una dichiarazione di adottabilità che va a “recidere” ogni legame con la famiglia di origine del minore che non c’è o non è in grado di farsene carico in modo adeguato. Il bambino avrà sicuramente bisogno di rielaborare la sua storia, ma non incontrerà più le persone che ne hanno fatto parte.

L’affido che dura fino al compimento della maggiore età del ragazzo invece fa sì che il bambino sia di fatto accolto e cresciuto come un figlio, ma da un punto di vista giuridico non lo è. Spesso il tutore è un ente che ha il compito di vigilare sulla crescita del minore affidatogli e a seconda delle situazioni viene stabilito dal Tribunale per i minorenni chi può decidere sui vari aspetti della vita di un bambino e se possono essere delegati o meno gli affidatari.

Se per l’assenza scolastica “il chi ne fa le veci” permetta la firma agli affidatari, le vaccinazioni spesso necessitano della firma del tutore. Un viaggio all’estero, ad esempio, necessita di documento specifico, esito di una procedura in questura che segnala gli affidatari nello status di accompagnatori. Questi aspetti più burocratici non sono aspetti trascurabili perché spesso sono quei nodi che rendono meno lineare la gestione della quotidianità.

In un affido, la famiglia di origine resta presente e il bambino la incontra. 

Per famiglia di origine si possono intendere sia i genitori che fratelli che altri parenti. A volte si tratta di situazioni in cui i genitori non sono riescono a superare le difficoltà e di conseguenza non sono in grado di occuparsi dei figli in modo adeguato, ma sono dei riferimenti affettivi per i bambini. A volte si tratta di legami di fratellanza: sono i fratelli con cui sono cresciuti e che periodicamente è importante che incontrino, benché non sia stato valutato opportuno o non è stato possibile che continuassero a stare nello stesso contesto di crescita. Spesso accade che per famiglia di origine si intendano i nonni che fino a quel momento li hanno cresciuti, ma che con l’avanzare dell’età non riescono più a seguirli e si rende necessario un contesto che meglio risponda ai bisogni di crescita dei bambini. A volte è un mix delle situazioni descritte: un genitore e un nonno, un genitore e dei fratelli, a volte dei fratelli e i nonni… queste relazioni che per il bambino hanno un significato, vanno mantenute e vanno continuamente “gestite”.

È un aspetto importante dell’affido, quello di aiutare il bambino a crescere rileggendo la sua storia, dando alle persone che ne fanno parte un nuovo posto e una nuova valenza.

Sono due strade diverse per accogliere bambini provenienti da situazioni giuridiche differenti, che necessitano di trovare famiglie consapevoli, disponibili ad aprire casa loro e farsi “scombussolare la vita”…