Affido. Commissione d’inchiesta alla Camera. Ascari (M5S): “Senza banca dati impossibile monitorare realtà minori fuori famiglia”

La relatrice sottolinea anche come non si debba cadere in una “impostazione ideologicamente contraria alle centinaia di famiglie affidatarie in Italia”

La proposta per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sull’affido e sulle comunità di tipo famigliare è arrivata nella giornata di mercoledì 15 luglio alla Camera dei Deputati, dove, partendo dalla Proposta di Legge presentata lo scorso anno al Senato dal capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo e approvata già ad agosto 2019, si è discusso, tra le altre, dell’abbinata e importante proposta della parlamentare del Movimento Cinque Stelle, l’on.Stefania Ascari, relatrice di un PDL omologo a Montecitorio. Tra le proposte portate avanti con convinzione dalla rappresentante del Movimento, vi è anche quella di una banca dati nazionale sui minori fuori famiglia.

“Tra le lacune emerse con forza – ha infatti rilevato la Ascari nel suo intervento – vi è la totale mancanza di un database centralizzato e completo delle informazioni riguardanti i minori collocati al di fuori della famiglia di origine. Questo non consente di poter monitorare con precisione e completezza la realtà degli affidi in Italia, sia da un punto di vista numerico che da un punto di vista qualitativo, ossia della realtà nella quale il minore è stato inserito. Ad oggi abbiamo invece solo informazioni a campione e incomplete, ottenute sulla base di iniziative libere volute da singole istituzioni, come quelle organizzate dall’Autorità garante per l’infanzia e il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Non esiste infatti un’anagrafe dei minori che vivono fuori dalla propria famiglia di origine condivisa tra le diverse istituzioni che se ne occupano. Abbiamo capito che questa incompletezza di informazioni non è più tollerabile e che questo è un primo importante punto sul quale dobbiamo lavorare. Dobbiamo chiedere e ottenere la massima trasparenza quando si tratta di gestione di minori provenienti da famiglie ritenute problematiche, e questo soprattutto nel primario interesse dei bambini e dei ragazzi. Quando si parla di minori e del loro benessere dobbiamo necessariamente tener conto della loro storia, della biografia della famiglia, della complessità del caso che ci si presenta. Di queste il legislatore deve tenere necessariamente conto, ed è per questo che un principio cardine non può che essere la gradualità. Una gradualità che significa procedere con cautela e per gradi, soprattutto se la criticità è derivante da uno solo dei genitori, ipotizzando ad esempio l’allontanamento di quest’ultimo dalla casa familiare, per preservare quanto più possibile l’idea di un nucleo familiare per il ragazzo. È proprio la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, esecutiva in Italia dal 1991, che sottolinea l’importanza della famiglia nella vita di ogni bambino quale unità fondamentale della società e di un ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare dei fanciulli”.

Affido e commissione d’inchiesta: no a impostazioni ideologiche anti-famiglie affidatarie, “persone straordinarie”

Relativamente ai casi di difficoltà famigliare dei minori, “solo (…) come extrema ratio – ha detto la parlamentare – si dovrebbe procedere alla collocazione temporanea presso famiglie affidatarie e comunità”. Tuttavia la Ascari ha anche affermato come questo, “dall’altra parte, non vuole significare un’impostazione ideologicamente contraria alle centinaia di famiglie affidatarie in Italia. Non dimentichiamo di certo che parliamo per la quasi totalità di persone straordinarie, famiglie che si aprono e ogni giorno mettono a disposizione la propria vita e la propria casa per un minore in difficoltà. Il lavoro che stiamo portando avanti vorrebbe anche sottolineare l’importanza di queste famiglie, la cui immagine è stata ingiustamente macchiata da vicende terribili come quelle che abbiamo già ricordato. Così come colgo l’occasione di ringraziare tutti quegli educatori, psicologi, assistenti sociali, giudici, operatori e pedagogisti che svolgono il proprio lavoro con responsabilità e umanità”.

Affido e commissione d’inchiesta: la fame di famiglia e di affetto dei bambini

“Questa Commissione parlamentare d’inchiesta – ha concluso la Ascari – nasce con l’obiettivo, da una parte, di far luce sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono i minori, dall’altra introduce anche una serie di modifiche alla legislazione vigente in materia di disciplina delle incompatibilità dei giudici minorili, che rivestono ruoli in comunità di tipo familiare, di motivazione dei provvedimenti di allontanamento dalla famiglia di origine, di accertamento della situazione di abbandono dei minori, nonché in tema di standard minimi dei servizi e dell’assistenza, costi e trasparenza delle strutture che accolgonominori. Insomma, vogliamo vederci chiaro e vogliamo fare di tutto, davvero di tutto, per tutelare i minori, soprattutto i più fragili quelli che vivono in famiglie in difficoltà. Pertanto, la Commissione parlamentare, attraverso un accurato lavoro di inchiesta, fornirà una serie di indicazioni utili sull’attività di affidamento di minori presso le cosiddette case famiglia, tenendo in massima considerazione il diritto del minore di crescere nella propria famiglia di origine. Questo significa rendere più efficiente l’affidamento dei minori sul territorio nazionale ed evitare casi di abuso e di sperpero di risorse pubbliche. I minori e le bambine hanno fame di famiglia e di affetto, elementi essenziali e imprescindibili per una crescita armoniosa e serena. Hanno necessità di stabilità, di ascolto, punti di riferimento e rispetto, ed è nostra precisa responsabilità, in quanto legislatori, rispondere a queste esigenze”.