Affido. Una storia da scrivere: “Aveva due mesi, con due genitori giovanissimi, incapaci di prendersene cura…”

Per Yasmine era stato tentato un inserimento in una comunità mamma-bambino, ma  la bambina non reagiva agli stimoli e non cresceva, faticava persino a mangiare, pertanto, è stato pensato la soluzione dell’affido. Così, è diventata la quinta “sorellina” in casa di Laura e Fabio

A casa di Laura e Fabio, letteralmente un porto sicuro anche per bambini piccolissimi, è arrivata, più di due anni fa, Yasmine.
“Aveva due mesi, proveniva da una situazione particolarmente complicata, con due genitori giovanissimi, senza strumenti, incapaci di prendersene cura.”
Inizia così a raccontare Laura e della sua narrazione colpisce subito un fatto: due mesi di vita di una bambina e una situazione già compromessa. A rischio di abbandono, pur essendo noti i genitori e la famiglia di origine di uno di loro.
Anche questo è l’affido, reso possibile dalla disponibilità di famiglie accoglienti, di cui c’è sempre bisogno, malgrado le difficoltà e le responsabilità da assumersi.

L’inserimento in comunità

Per Yasmine era stato tentato, viste le premesse, un inserimento in una comunità mamma-bambino, in questi 60 giorni dalla sua venuta al mondo: un tentativo per accompagnare la madre e la bambina in un percorso di recupero, finalizzato a una vita insieme.
“Esperimento rivelatosi fallimentare, in realtà – spiega Fabio -: la bambina non reagiva agli stimoli e non cresceva, faticava persino a mangiare”.
Un segnale inequivocabile per gli operatori: quella soluzione non era ottimale nell’interesse di Yasmine a crescere in famiglia. I bambini percepiscono le cure di chi davvero li vuole amare e crescere: e non sono una garanzia nemmeno i legami biologici.
“Vennero svolte delle verifiche all’interno della sua famiglia biologica allargata – aggiunge Laura – ma i nonni, già impegnati con una famiglia numerosa, non potevano occuparsi di crescere Yasmine così che per lei è stato pensata subito la soluzione dell’affido”.

Una famiglia dedita all’affido

Laura e Fabio sono mamma e papà di 4 figli, alcuni adolescenti altri già maggiorenni, e da diversi anni sono dediti all’affido familiare; anche i figli della coppia sono partecipi di questa scelta tanto che Yasmine – la loro quinta  ‘sorellina’ affidata – è serena, allegra vivace, felice di andare ogni giorno alla scuola materna.
Non altrettanto sereno il destino dei genitori biologici della bambina, per i quali sarebbe già difficile prendersi cura di loro stessi.

Una storia da scrivere

Le pagine della storia di Yasmine sono state riscritte dall’amore e dalla dedizione della famiglia affidataria, ben consapevole che il futuro potrà riservare molto altro – anche una adozione, magari, se vi saranno le condizioni.
Al momento tuttavia l’affido prosegue, non esistendo secondo il giudice presupposti diversi, per il bene di Yasmine: esistono dei nonni materni che pure tra le molte fatiche sono interessati a tenere i rapporti con la nipote, pur non avendo le possibilità di accoglierla in casa e crescerla.
“Oggi gli incontri procedono con maggiore tranquillità ma all’inizio erano turbolenti – dice Laura – : i nonni non riuscivano a entrare in relazione e la bambina tornava molto provata dagli incontri in spazio neutro”.
Periodicamente infatti l’affidamento familiare prevede che, qualora esistano, i contatti con le famiglie di origine vadano mantenuti ma in uno spazio cosiddetto neutro: di solito si tratta di una stanza, più o meno a misura di bambino, presso gli uffici dei Servizi sociali territoriali nella quale si incontrano solo il piccolo in affido e i familiari di origine. A tutela dell’anonimato degli affidatari infatti, questi ultimi di solito non partecipano concretamente agli incontri, ma attendono fuori.
“Per rassicurare la bambina, visto che andava sempre in crisi dopo ogni incontro – spiegano Laura e Fabio – è stata accolta con successo la proposta di essere presenti anche noi insieme ai nonni e in effetti pian piano tutto è migliorato. Oggi Yasmine riconosce i nonni e loro stessi stanno imparando a interagire bene con lei. Abbiamo tutti lavorato tanto per costruire questi rapporti: se pensiamo che all’inizio Yasmine faceva fatica a giocare con il nonno!”.

Ferite da curare

Quando esistono ferite nell’animo di questi bambini, anche giocare è una fatica proprio perché il gioco è una relazione intima e profonda.
Come è facile comprendere, l’accoglienza affidataria è tanto preziosa quanto impegnativa per i genitori e soprattutto per i bambini che arrivano già con il loro bagaglio di traumi; a questo si aggiunge la fatica degli incontri periodici con i familiari di origine ovvero quelle persone da cui sono stati separati, per il bene della loro crescita.
“Noi abbiamo sempre riferito ai Servizi e al giudice che non mettiamo vincoli di tempo o di disponibilità da parte nostra – aggiungono Laura e Fabio – anche andando oltre i nostri ‘confini’ perché facendo noi quel passo in più, vediamo immediatamente la serenità della bambina”.
Il contesto in cui può svilupparsi l’affido è quindi articolato e complesso: alle famiglie che Laura e Fabio incontrano, durante i momenti informativi e formativi promossi da Ai.Bi., raccontano della flessibilità come dote indispensabile per diventare affidatari, perché un progetto possa avere successo nell’interesse di bambini e ragazzi.
Ormai la loro è un’esperienza collaudata: ogni volta che arriva in casa un minore, Laura e Fabio cominciano a tessere intorno a lui o a lei una rete di nuove relazioni affettive, una specie di famiglia allargata che avvolge tutti, anche quei familiari incapaci di prendersi cura di una piccola come Yasmine.
“A lei abbiamo sempre raccontato tutto, adeguando il racconto della sua storia personale alla sua età. Yasmine ci pare comunque consapevole del suo passato e del suo presente – dice Laura -. Oggi abbiamo un bel rapporto anche con i nonni. Da quando il giudice ha rinnovato l’affido per altri due anni, abbiamo voluto conoscere a fondo la cultura islamica di provenienza della bambina e questo ci ha aperto ancora di più. Ne abbiamo parlato con i nonni e loro, commossi, si sono sentiti più accolti di prima. È caduta anche l’ultima barriera che poteva esserci, quella culturale. E questo è percepito molto bene anche da Yasmine”.

Informazioni e richieste sull’affido familiare

Chiunque volesse approfondire la conoscenza dell’affido familiare e riflettere sulla propria disponibilità a intraprendere questo percorso, può partecipare agli incontri organizzati da Ai.Bi. Tutte le informazioni si trovano alla pagina dedicata del sito dell’Associazione.