Affido. La storia di una famiglia che ha imparato ad accogliere senza aspettative

Troppo presa dalle aspettative, questa coppia di genitori affidatari non è riuscita a comprendere subito il disagio di Roberto. Il confronto e la pazienza hanno permesso a questa famiglia di crescere insieme 

Spesso le storie di affido non sono semplici. Bisogna avere molta pazienza, tempo e generosità d’animo per poter imparare a camminare insieme in questo percorso di vita.  

Una mamma affidataria che insieme a suo marito era accecata dalle aspettative, ha scritto una lettera per raccontare la loro storia di affido di Roberto, un percorso che inizialmente è stato travagliato.

Una lettera a cuore aperto

«Abbiamo accolto Roberto sei anni fa, quando aveva 13 anni. I primi mesi sono stati faticosi, lui era molto taciturno e, spesso, era assorto nei suoi pensieri. Provavamo a coinvolgerlo, ma spesso non venivamo considerati e altre volte eravamo accolti in modo distaccato; era difficilissimo farlo sorridere. Sono stati mesi molto frustranti, ci sentivamo rifiutati e sbagliati, tanto da chiederci come facesse lui a non comprendere il nostro gesto d’amore. Spesso facevamo discorsi sulle nostre buone intenzioni di accoglienza, sulle tante cose che volevamo fare insieme per aiutarlo in questa fase della sua vita… ma ogni parola sembrava vana. Poi, un giorno, dopo l’ennesima non risposta a una nostra semplice domanda e la mia arrabbiatura lui esplose e disse “Basta! Perché voi dovreste essere diversi dagli altri? Queste cose le ho già sentite!” e si rifugiò in camera.

Fu proprio in quel momento che capimmo il nostro egoismo, eravamo accecati dalle nostre aspettative: conoscevamo bene la sua storia, ma nonostante questo eravamo frustrati, noi.

Allora iniziammo a guardare bene la realtà, scoprimmo una casa di persone sconosciute: Roberto doveva inserirsi in qualcosa a noi conosciuto (la nostra relazione, la nostra casa, le nostre regole, la nostra vita), ma non a lui. Questa nuova visione ci ha permesso di resistere e Roberto l’ha capito, tanto da ironizzare oggi sul suo comportamento dei primi mesi con noi. 

Proprio un anno fa Roberto ci ha fatto riflettere sulla possibilità di accogliere insieme un altro bambino. Ormai lui si sentiva grande e pronto a sostenere qualcuno al quale avrebbe potuto mostrare le sue stesse difficoltà. E poi sapeva che io e mio marito ci stavamo pensando da tempo.

Così abbiamo dato la nostra disponibilità: adesso siamo in attesa, questa volta senza aspettative».  

Chiunque volesse approfondire la conoscenza dell’affido familiare e riflettere sulla propria disponibilità a intraprendere questo percorso, può partecipare agli incontri organizzati da Ai.Bi. Tutte le informazioni si trovano alla pagina dedicata del sito dell’Associazione!