Affido familiare. Vorrei accogliere un bambino di 5 anni perché è più facile 

Una guida pratica ed emotiva per affrontare consapevolmente l’accoglienza di un bambino in età prescolare

L’affidamento familiare è senza dubbio un gesto di straordinaria generosità nel suo offrire a un bambino la possibilità di vivere in un ambiente sereno e accogliente, spesso dopo aver affrontato situazioni difficili, in attesa che i suoi genitori superino momenti difficili e possano tornare, insieme, a essere una famiglia serena.
Spesso, chi si avvicina all’affido, pensa che sia più semplice accogliere un bambino di 5 anni rispetto a un adolescente. Un’idea che si basa quasi unicamente sull’età, ma rischia di non tenere conto della preparazione, la sensibilità e la disponibilità all’ascolto che comunque servono. È utile, dunque, fare un po’ di chiarezza e offrire una panoramica degli aspetti pratici, emotivi e organizzativi che vengono coinvolti da un’esperienza di questo tipo: dalle routine quotidiane alle sfide relazionali, passando per i rapporti con la famiglia d’origine.

Fare affido: quanto è semplice?

Accogliere un bambino di 5 anni in affido non è un’impresa “semplice” in senso assoluto, ma si tratta certamente di un cammino possibile, se affrontato con la giusta preparazione.
L’esperienza è supportata dalle istituzioni: i servizi sociali accompagnano le famiglie interessate nei vari passaggi legali e amministrativi. È fondamentale partecipare ai corsi di formazione per futuri affidatari, che forniscono strumenti concreti per affrontare questa avventura.
Il cuore del percorso, però, è la relazione emotiva che si costruisce con il bambino. Accoglierlo significa imparare a leggere i suoi bisogni, rispettare il suo vissuto e affrontare insieme i piccoli (e grandi) cambiamenti quotidiani. Servono empatia, resilienza e una solida rete di supporto.

Routine quotidiana e bisogni di un bambino di 5 anni

Un bambino di questa età si trova in una fase cruciale per lo sviluppo cognitivo ed emotivo. Ecco alcuni aspetti pratici della gestione quotidiana:

  • Routine mattutina
    I bambini di 5 anni traggono grande beneficio da abitudini stabili. La giornata può iniziare con piccoli gesti che promuovono l’autonomia: lavarsi i denti, vestirsi, preparare lo zainetto. Coinvolgerlo in queste attività rafforza la connessione affettiva.
    Esempio: Se ha difficoltà a scegliere cosa indossare, offrigli due opzioni. Lo aiuterà a sviluppare fiducia nelle sue decisioni.
  • Pasti e merende
    I momenti a tavola possono diventare occasioni di dialogo e sperimentazione. Un bambino in affido potrebbe avere preferenze particolari o mostrarsi diffidente verso certi cibi. Preparare insieme un panino o un dolcetto può trasformarsi in un momento di gioco e apprendimento.
  • Gioco e immaginazione
    Il gioco simbolico è un potente mezzo espressivo. Attività come “fare la spesa” o costruire un castello con i mattoncini rivelano molto del suo mondo interiore.
    Esempio: Se il bambino costruisce e distrugge il castello ripetutamente, potrebbe esprimere insicurezze. Puoi dirgli: “Che ne dici se proviamo a renderlo più forte insieme?”
  • Serate e sonno
    Il momento di andare a letto può essere delicato. Un bambino in affido potrebbe avere difficoltà ad addormentarsi o fare incubi. Creare una routine serena, con una luce soffusa, un peluche e una storia letta insieme, può aiutare a ridurre l’ansia.

Sfide emotive: pazienza e sostegno

Un bambino in affido porta con sé un bagaglio emotivo che può emergere in forme diverse:

  • Paura dell’abbandono
    È frequente che il bambino tema di essere lasciato di nuovo. Potrebbe piangere all’asilo o non volersi separare da te. La rassicurazione costante è fondamentale: “Ci vediamo presto, torno a prenderti dopo il gioco.”
  • Comportamenti regressivi
    Alcuni bambini possono tornare a comportamenti tipici di età più piccole, come chiedere il ciuccio o essere cullati. Accogli questi segnali con comprensione: stanno cercando sicurezza.
  • Rabbia o chiusura
    Emozioni intense, come scoppi d’ira o chiusura emotiva, possono emergere senza cause evidenti. Invece di punirlo, offrigli uno spazio sicuro: “Quando vuoi parlarne, io sono qui.”

Un supporto psicologico specifico o la partecipazione a gruppi di sostegno per affidatari può essere di grande aiuto per affrontare queste dinamiche.

I rapporti con la famiglia d’origine

Un aspetto delicato dell’affidamento è il mantenimento dei legami con la famiglia biologica, quando previsto. Questi incontri possono suscitare emozioni complesse sia nel bambino sia in chi lo accoglie.
Esempio: Dopo un incontro con la madre biologica, il bambino può mostrarsi confuso o turbato. Puoi aiutarlo con parole semplici e accoglienti:
“È normale sentire tante emozioni diverse. Vuoi raccontarmi cosa hai provato oggi?”

Un cammino di crescita reciproca

Accogliere un bambino di 5 anni in affido non è solo un atto di sostegno nei suoi confronti: è anche un’opportunità di crescita personale e familiare. Ogni sorriso, ogni conquista, ogni piccola sfida superata diventa parte di un viaggio straordinario.
La gioia di vederlo fiorire in un ambiente sicuro e affettuoso è la più grande ricompensa.
Se stai pensando di intraprendere questa avventura, sappi che non sei sola: servizi sociali, esperti e reti di supporto sono pronti ad accompagnarti. Prepararsi con consapevolezza e cuore aperto è il primo passo verso un’esperienza che può trasformare la vita di entrambi.

Marina Maderna: psicologa ed educatrice

Informazioni e richieste sull’affido familiare

Chiunque volesse approfondire la conoscenza dell’affido familiare e riflettere sulla propria disponibilità a intraprendere questo percorso, può partecipare agli incontri organizzati da Ai.Bi. Tutte le informazioni si trovano alla pagina dedicata del sito.