Affido. Abbiamo fatto tutto, perché i servizi non ci chiamano per un bambino?

Tante famiglie rimangono spiazzate quando, dopo il colloquio con i Servizi, non vengono contattate per l’affido. Serve avere pazienza, perché ogni decisione va valutata per il bene del minore e della famiglia stessa

Buongiorno,
siamo una coppia interessata all’affido. Abbiamo seguito dei corsi per informarci e, qualche tempo fa, abbiamo anche avuto un incontro con i servizi sociali perché volevano conoscerci. Dopodiché, non ci hanno più contattato per proporci delle situazioni. Forse non andiamo bene per?

Buongiorno e grazie per la vostra mail.
Forse vi può essere di conforto sapere che questa domanda sorge spesso spontanea in molte famiglie a seguito di una loro disponibilità non accolta dai servizi sociali. Si tratta di una cosa piuttosto normale, che può capitare.

La preparazione prima dell’attesa

Come sapete, le famiglie, prima di ricevere delle proposte di abbinamento, intraprendono un percorso di preparazione alla realtà dell’affido. Dopo, inizia un periodo di attesa che può essere più o meno lungo.
Molto spesso, l’entusiasmo e il desiderio di rendersi disponibili sono tali che il periodo dell’attesa viene vissuto con impazienza e talvolta con frustrazione. E, si sa, quando il desiderio è tanto, l’attesa sembra non finire… Infatti, quando arriva il momento di conoscenza e di approfondimento di una situazione, vi è sempre molta emozione.
Sicuramente, nei diversi momenti formativi si sottolinea come in un abbinamento tra minore e famiglia è sempre il primo, con i suoi vissuti, a essere messo al centro. Di conseguenza, l’abbinamento è un “match” che viene fatto considerando le caratteristiche del minore e quelle delle famiglie disponibili. Non si creano  delle liste mettendo in ordine cronologico le famiglie così come si sono presentate.
Ogni famiglia è strutturata in un certo modo e ha uno stile di vita differente. Altrettante specificità sono quelle che ciascun minore può avere e che si possono conciliare o meno con le differenti famiglie. Il momento di conoscenza tra famiglia e Servizi Sociali, quindi, non deve essere visto come un momento valutativo o giudicante verso la famiglia stessa, ma come l’occasione per valutare quanto quella famiglia possa essere o meno una risorsa, nello specifico, per “quel” minore.

L’importanza di raccontarsi con autenticità

Per questo sono molto importanti i colloqui di conoscenza delle famiglie con gli operatori dei Servizi Sociali e/o delle Associazioni: in questi momenti si consiglia di mostrarsi con autenticità; perché oltre alle storie di vita si raccolgono informazioni anche sull’approccio alla vita, sulle abitudini… per arrivare insieme a definire le situazioni dove la famiglia stessa sente di poter essere di aiuto. Molto spesso le famiglie, come ognuno di noi, possono avere alle spalle trascorsi che tendono a riemergere di fronte alle situazioni delicate dei minori accolti; bisogna quindi che le famiglie, accompagnate dagli operatori, facciano un lavoro di auto osservazione nel definire anche dei limiti nella loro disponibilità, per tutelare non solo il minore che verrà inserito ma anche loro stesse. Ne consegue, quindi, come le riflessioni sulla realizzazione o meno di un abbinamento siano molteplici e molto complesse, e vadano sempre nella direzione di tutelare sia il minore da inserire sia la famiglia che si rende disponibile.

Amici dei Bambini per l’affido

Vuoi saperne di più sull’Affido Familiare o su come aprire un casa famiglia? Amici dei Bambini organizza periodicamente diverse attività di formazione per famiglie, coppie o single pronti ad aprire la loro casa, e la loro vita, a un’esperienza di affido. Tutte le informazioni si trovano sulla pagina dedicata del sito di Ai.Bi.
Per sostenere le attività promosse da  Ai.Bi. in Italia a sostegno dei minori nella case famiglia, i bambini con le loro madri nelle comunità mamma-bambino e negli alloggi per l’autonomia e gli adolescenti in necessità nelle comunità educative, puoi aderire al progetto di Adozione a Distanza “Fame di Mamma”, con un contributo di 10 euro al mese.