Affido. Genitori separati: il rischio della perdita dell’affidamento del figlio

Ecco i casi in cui la regola dell’affido condiviso può essere derogata a beneficio di uno solo dei genitori.

Quando una coppia di genitori si separa, nel disporre la separazione – che sia consensuale o meno – si deve tenere conto del diritto del figlio di vivere e crescere con entrambi i genitori. La regola, quindi, dev’essere quella di mantenere la responsabilità sui figli alla madre e al padre anche se non più conviventi e i figli stessi avranno diritto di stare con entrambi. Si parla in questo caso di “affidamento condiviso” dei figli in caso di separazione dei genitori, situazione da preferire anche nel caso di decisione da parte del giudice, in applicazione della Legge 54/2006.

C’è tuttavia la possibilità che il giudice possa decidere che i figli vengano affidati a uno solo dei genitori:

è quello che può accadere in caso di eccessiva conflittualità dei coniugi separati, situazione in cui si giustifica infatti l’affidamento esclusivo dei figli a uno solo di essi.

In questo senso si è pronunciata anche la Corte di Cassazione da molto tempo (sentenza 11 agosto 2011, n.17191) che ha specificato infatti come la regola dell’affido condiviso possa essere derogata se la gestione comune abbia effetti negativi per il figlio tali da comprometterne lo sviluppo psicologico.

Così accade evidentemente quando gli ex coniugi hanno rapporti conflittuali al punto da rendere un clima di vera e propria “violenza assistita“, e cioè un vero e proprio maltrattamento psicologico dei bambini e ragazzi costretti a subire le conseguenze psicologiche della conflittualità tra i genitori, manifestando uno stato d’animo di ansie e paure se non addirittura episodi di attacchi di panico…

La motivazione del giudice

Per questo motivo – come precisato dalla Cassazione – il giudice che dispone l’affido a un solo genitore dovrà motivare la decisione inserendo nella sentenza la specifica valutazione sulle capacità del genitore scelto come affidatario nonché la precisa illustrazione del contesto familiare, e quindi della specifica situazione di conflitto tra i genitori a causa della quale non viene disposto l’affido condiviso.

Naturalmente, il giudice incaricherà i servizi sociali a sostegno e monitoraggio del nucleo familiare che va aiutato a comporre i dissidi. Se tuttavia la situazione non è superabile, non è escluso che il Tribunale possa giungere in seguito a decisioni più incisive, come la sospensione della responsabilità genitoriale. I provvedimenti in questa materia non sono caratterizzati da regole rigide perché deve trattarsi di decisioni adatte alla situazione concreta e sono comunque sempre modificabili, a meno che non si giunga alla più drastica perdita della responsabilità genitoriale che tuttavia deve rispondere a precisi requisiti da accertare.

Insomma, l’auspicio è che tutti i genitori, sia in armonia che in situazione di conflitto, tengano sempre presente che il benessere dei figli deve essere il punto di riferimento della vita familiare e che ogni situazione di difficoltà può, con il giusto supporto, avere situazioni di miglioramento, ove per miglioramento si intende sempre la garanzia che i bambini e ragazzi non subiscano le sofferenze causate da forti contrasti, violenze, maltrattamenti e abbandono.