Affido. Gli ultimi dati sui minori fuori famiglia? Risalgono al 2017. E sono solo stime. Riccardi (Ai.Bi.): “Scandaloso”

I dati del Ministero del Lavoro, la necessità non più rinviabile di una banca dati. “Nodo primario è la prevenzione”

Minori fuori famiglia: nel 2017 erano oltre 27mila. E adesso? Nessuno, in realtà, lo sa. Il motivo? Dopo anni continua a mancare una banca dati che monitori la situazione, nonostante le continue richieste al Governo italiano, non solo da parte di realtà del sociale, come Ai.Bi. – Amici dei Bambini, organizzazione nata oltre trent’anni fa da un movimento di famiglie adottive e affidatarie che da tempo si batte per questa soluzione, ma addirittura anche da parte delle Nazioni Unite. A ricordarlo, tra gli altri, anche il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, la dottoressa Filomena Albano, che, nel presentare gli ultimi dati noti lo scorso autunno, aveva ribadito questa necessità.

Affido e minori fuori famiglia: la Commissione d’inchiesta e le prospettive

Una necessità che è tornata d’attualità con l’approvazione anche alla Camera dei Deputati (oltre un anno dopo quella al Senato) di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’accoglienza dei cosiddeti OFC (Out of Family Children). “I dati più aggiornati, fermi al 2017 – leggiamo sul quotidiano La Stampasono contenuti nel rapporto pubblicato dal Ministero del Lavoro sulla base dei dati forniti da Regioni e Province Autonome e quelli utilizzati dal Garante sulla base delle informazioni fornite dalle Procure presso i Tribunali per i minorenni. Secondo il report del Ministero, alla fine del 2017i bambini e i ragazzi in affidamento familiare in Italia erano 14.219 (dato che non conteggia i minori stranieri non accompagnati); alla stessa data i minori accolti nei servizi residenziali e nelle comunità erano 12. 892: in totale, dunque, 27. 111 tra bambini e ragazzi. Con criticità elevate: la maggioranza dei minori accolti aveva un’età compresa fra 15 e 17 anni, mentre il tempo di permanenza all’interno della famiglia affidataria o della comunità è, ancora una volta nella maggioranza dei casi, elevato e supera i 4 anni, un tempo oltre il quale molti non riescono neppure a rientrare nella famiglia di origine. A tornare a casa è stato il 37, 4% di chi era in affido – un dato che sarebbe confortante se fosse possibile verificare ‘l’effettivo superamento delle difficoltà familiari’, mentre tra chi era stato affidato a una comunità solo il 21,8% è rientrato in famiglia. E gli altri? Una parte in affidamento pre-adottivo, qualcuno ha raggiunto la maggiore età, per altri addirittura la destinazione è definita ‘ignota’”.

Affido e minori fuori famiglia: il commento di Cristina Riccardi

Ma, secondo la vicepresidente di Ai.Bi., Cristina Riccardi, membro tra l’altro del Tavolo Nazionale Affido, questi numeri “sono stime, è questo è scandaloso perché non si può parlare di un sistema che non funziona quando manca ciò che è basilare: quanti sono i ragazzi, dove sono e come stanno? E di che comunità si parla? Non solo: i numeri sono vecchi. Dal 2017 c’è stato il caso Bibbiano, che ha fatto diminuire molto la disponibilità delle famiglie all’affido, oltre a causare rallentamenti da parte dei servizi sociali a prendere iniziative“. Dopo è arrivato il Covid, con il lockdown. “Per mesi i servizi domiciliari sono venuti meno, e non sappiamo che situazione hanno trovato alla ripresa. Ma il nodo primario, quando si parla di affidi, è la prevenzione. Non mi sento di puntare il dito contro i servizi: in questi anni abbiamo visto tagli pazzeschi che hanno portato a interventi tardivi in situazioni ormai compromesse. Io mi auguro che interventi così drastici siano decisi dal giudice o dai servizi in estrema buona fede: non è detto che le decisioni siano sempre giuste ma le storie sono sempre molto complesse”.