Affido. Ma perché l’abbinamento ancora non arriva?

Più le disponibilità delle famiglie  sono caratterizzate da diversi elementi rigidi, non modificabili, più è difficile valorizzarla come risorsa affidataria

 Cara Ai.Bi.,

abbiamo finito il percorso di conoscenza come famiglia affidataria, ma non ci chiamano mai? Perché?

Francesca e Michele

Carissimi Francesca e Michele,

come vi hanno spiegato, il momento dell’abbinamento non è una procedura semplice.

Durante il percorso di conoscenza, l’equipe psicosociale ha raccolto gli elementi che vi tratteggiano come famiglia, le vostre caratteristiche personali e la vostra storia di coppia, nonché le vostre disponibilità. In qualche modo, a seguito del percorso, si è tracciata una cornice che delinea i possibili abbinamenti per la vostra famiglia. Ad esempio, se avete dato disponibilità a una specifica fascia di età… per alcune problematiche… e ovviamente se avete dei figli, si tiene conto anche delle loro caratteristiche.

Insomma, sono tanti gli elementi da tenere presente quando si pensa ad un abbinamento per un affido.

Non nascondo che, più le disponibilità delle famiglie sono caratterizzate da diversi elementi rigidi, non modificabili, più è difficile valorizzarla come risorsa affidataria. Faccio un esempio per spiegare meglio: una famiglia con un figlio di 6 anni, che da disponibilità per figli più piccoli del suo, implica che si possa considerare per casi di bambini 0-5 anni. A onore del vero, sono numericamente meno, perché la gran parte delle richieste è per bambini di età scolare in particolare verso i 10/11 anni, e anche un po’ di più.

Spesso i casi per bambini così piccoli sono casi di pronta accoglienza, che sono percorsi di affido molto particolari per famiglie disponibili appunto alla pronta accoglienza: sanno che possono essere chiamate e nel giro di 24 ore al massimo, i ritmi della loro vita possono essere sconvolti e vista la velocità di attivazione dei progetti, e la portata della necessità di cura dei minori, spesso sono famiglie in cui uno dei due è già dedicato alla cura dei figli e non ha un lavoro fuori casa. I casi che non sono di pronta accoglienza hanno spesso la necessità di vicinanza al territorio per garantire i rapporti con la famiglia di origine e la famiglia deve essere disponibile a questo impegno. Inoltre, il fatto che la famiglia abbia già un figlio di 6 anni, ci deve far considerare un minimo le caratteristiche dei minori: di chi c’è e di chi arriva e valutarne la compatibilità. Vi assicuriamo che non è banale.

In generale ci deve essere fiducia nell’equipe che svolge la valutazione ed è per questo che è bene conoscere la realtà a cui ci si sta affidando, per vivere l’esperienza di affido.

Non sappiamo bene quale sia la vostra situazione familiare e che disponibilità abbiate dato, quello che possiamo consigliare è che, se avete iniziato un percorso con un servizio o un’associazione, potete sempre contattarla e chiedere informazioni.

Nel caso non sia ancora arrivato l’abbinamento giusto, portate un po’ di pazienza, una virtù che nell’affido e nella Vita è molto preziosa!

Maria Galeazzi – Affido Ai.Bi.

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