Affido. Il ministro Nordio sul caso di Milano: “Lacuna normativa o cattiva applicazione legge?”

Il caso di Milano della vicenda del bambino dato in affido per quattro anni a una famiglia, poi allontanato e dato in adozione a un’altra, arriva in Parlamento. Prende forma l’ipotesi di una riforma: trasformare automaticamente l’affido in adozione dopo due anni

La storia di Luca, il bambino di cinque anni che è stato allontanato dalla famiglia affidataria con cui aveva vissuto fin dal primo mese di vita, dopo essere stata su tutti i giornali e i siti di new, è arrivata in Parlamento.
La vicenda è nota: dopo oltre quattro anni di affido, la famiglia – composta da due genitori con tre figli biologici e un altro bambino in affido – aveva chiesto l’adozione del piccolo Luca, che aveva vissuto con loro fin da piccolissimo e considerava gli altri figlio come fratelli. Tuttavia, il tribunale per i minori aveva respinto la domanda, perché il padre affidatario aveva superato il limite di età previsto dalla legge per poter adottare. Ne abbiamo parlato qui.

Il commento del ministro

Il caso ha sollevato forti perplessità, non solo da parte della famiglia e del loro legale, l’avvocato Sara Cuniberti, ma anche dal Garante nazionale per l’infanzia e da quello della Lombardia. Entrambi hanno evidenziato il potenziale trauma causato dalla separazione, chiedendo di mettere al centro il principio della continuità affettiva.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, rispondendo in Parlamento a un’interrogazione della Lega, ha chiarito che non si tratta di un’ispezione ma di una richiesta di chiarimenti.
“Dobbiamo domandarci – ha detto il ministro – se siamo di fronte a una lacuna normativa o a una cattiva applicazione delle norme esistenti o entrambe”. E ha annunciato l’intenzione di approfondire anche altri casi simili, per garantire maggiore tutela ai minori.

Dall’affido all’adozione

Ma la notizia che dve suscitare la maggiore attenzione è quella che viene relegata in una riga al termine dell’articolo de “Il Giornale”: “Intanto, prende forma l’ipotesi di una riforma: trasformare automaticamente l’affido in adozione dopo due anni”. Al momento non ci sono maggiori informazioni, ma si tratterebbe di un cambio rivoluzionario, tenendo conto del fatto che l’istituzione dell’affido prevedeva, in origine, proprio l’esatto opposto: ovvero che l’affido non potese trasformarsi mai automaticamente un’adozione, tenendo ben separate le due procedure. Questa equiparazione di fatto aprirebbe moltissimi scenari, ma necessariamente richiederebbe una rivisitazione legislativa non indifferente, tenendo conto della grande diversità che esiste, oggi, tra la formazione di una coppia o di un single per ottenere l’idoneità all’adozione, e quella necessaria per l’affido.

Maggiori informazioni

Quando una famiglia attraversa un momento di difficoltà e non riesce a prendersi momentaneamente cura dei figli, i minori possono essere accolti per un periodo di tempo determinato in un’altra famiglia, la famiglia accogliente.
Ai.Bi. organizza diverse attività di formazione per famiglie, coppie o single pronte ad aprire la loro casa, e la loro vita, a un’esperienza di affido familiare. Tutte le informazioni si trovano sulla pagina dedicata del sito.