Affido: onorata di crescere due ragazze eccezionali che insieme ad altri costruiranno il pensiero e la società del futuro”.

“Qualcuno pensa che essere donna, madre e manager d’azienda siano ruoli incompatibili tra loro. Il mantra di Francesca rimane lo stesso “mai dire mai”, e lei lo dimostra con i fatti”

La storia di Francesca, raccontata dal web magazine wonder?what a firma di Lucilla Tempesti, che vogliamo riportarvi oggi, non è “solo” la storia di una mamma affidataria di Ai.Bi., ma è la vita di una donna tenace e coraggiosa con un mantra tatuato sulla pelle, nella mente e dentro al cuore: “mai dire mai” ed ha proprio ragione.

Mai dire mai, nella vita affettiva, familiare e nel lavoro. Una storia di grande esempio, non solo per le donne, ma per tutti quelli che, nella vita, si sono sempre sentiti dire, per invidia, incompetenza o anche per amore: “Tu?..non ce la puoi fare…” La risposta che ci insegna Francesca è una: “Mai dire mai”.

La storia di Francesca e dei suoi “non ce la puoi fare”, parte da lontano, dalle scuole medie. “I suoi risultati scolastici diventano rapidamente preoccupanti, gli insegnanti segnalano ai genitori la necessità di un sostegno, sospettano un problema cognitivo”.

Mamma e papà provano a cambiare scuola, ma la città è piccola e “Francesca viene accolta anche nel nuovo istituto come una che “non ce la può fare”. 

Finite le scuole medie, la sua mamma la convince ad iscriversi ad un istituto tecnico informatico. Erano gli anni 80, l’informatica era considerata una cosa da uomini: 1.800 studenti maschi e solo 18 ragazze, tra cui Francesca. La situazione non è facile e anche qui, “poco prima dell’esame di maturità, i professori ancora una volta sentenziano: “Micheli tu non farai mai informatica”.

Sappiamo quanto le esperienze accadute a scuola, durante il periodo della propria crescita e formazione ci segnino e come i giudizi, possono costruire in noi un’immagine sbagliata di chi siamo e di cosa possiamo o non possiamo fare od essere… così Francesca, finito il tecnico, decide di non iscriversi all’università… Oltretutto, per studiare informatica dovrebbe cambiare città, i costi sono alti e lei non ha voglia di pesare sul bilancio familiare. Così, “pensa solo a mantenersi con piccoli lavoretti, nel frattempo cerca occasioni per formarsi e trovare un lavoro più stimolante”.

Ed ecco che l’occasione arriva: un annuncio per un corso da tecnico hardware finanziato dalla Comunità Europea. Francesca è l’unica donna e pensate… questa volta esce con il massimo del punteggio!

Francesca ora è determinata e vuole cercare un’opportunità. In tutta risposta riceve tante porte chiuse in faccia, finché finalmente, quella piccola, grande occasione arriva, in una piccola azienda informatica, specializzata in riparazione pc.

Da lì piano piano, la sua carriera prende il largo.

Si trasferisce a Milano, entra in una grande azienda, studia, si impegna. “In quegli anni fa sua una frase di Van Gogh che oggi cita spesso: “Faccio sempre quello che non so fare per imparare come va fatto”. Nel tempo cambia ruolo, cresce”.

Tenacia, passione e cuore anche nell’accoglienza!

Ad un certo punto, Francesca sente una spinta dentro di lei e decide che è venuto il tempo di aprire il suo cuore ad altre sfide, che riguardano l’accoglienza, il cuore: “mai dire mai”: Francesca decide di diventare madre affidataria.

“Non è un percorso facile, né dal punto di vista burocratico né dal punto di vista emotivo. È un’esperienza forte, destabilizzante e in un momento di progetti davvero complessi nella sua azienda, e infatti Francesca ha bisogno di trovare un nuovo equilibrio, e impara ad affrontare le cose, anche enormi, a piccoli passi. Perché Francesca oramai lo sa che ce la può fare, c’è un pezzo di vita che lo racconta con una chiarezza cristallina”.

Onorata di crescere due ragazze eccezionali

Francesca diviene mamma affidataria di una bambina di 3 anni, e oggi di due ragazze di 17 anni. La giornalista sottolinea come Francesca ne parli ripetutamente sottolineando quanto lei sia “onorata di crescere due ragazze eccezionali che insieme ad altri costruiranno il pensiero e la società del futuro”. 

“Qualcuno pensa che essere donna, madre e manager d’azienda siano ruoli incompatibili tra loro. Il mantra di Francesca rimane lo stesso “mai dire mai”, e lei lo dimostra con i fatti”.