Affido. In Piemonte l’affido è “targato” mamma e papà 

La Regione approva una delibera che vieta l’affidamento di minori a coppie omosessuali. Il Comune di Torino e le associazioni Lgbtq+ protestano e chiedono il rispetto della legge nazionale

La Regione Piemonte ha approvato una nuova delibera sull’affido dei minori che esclude le coppie gay e omogenitoriali.
La decisione ha scatenato le proteste del Comune di Torino e delle associazioni Lgbtq+, che la ritengono discriminatoria e contraria alla legge nazionale.

Le reazioni

L’assessora regionale alla Famiglia, Chiara Caucino, ha difeso la scelta, sostenendo che i bambini affidati hanno bisogno di una mamma e un papà, e che il modello delle coppie omosessuali non è adeguato per loro. Ha anche aggiunto di avere molti amici gay che la appoggiano, e di seguire le direttive dello Stato.
L’assessore ai Diritti di Torino, Jacopo Rosatelli, ha invece accusato il governo di Alberto Cirio di voler imitare la Russia di Putin e l’Ungheria di Orbán, e di offendere la dignità delle persone Lgbtq+.
Ha ricordato che la legge non vieta l’affido ai gay e alle famiglie arcobaleno, e che il Comune di Torino lo pratica da anni.
Secondo i dati del ministero delle Politiche sociali, in Italia sono poco più di 12.800 i minori dati in affido ogni anno, per situazioni di disagio familiare. Il 40% di loro ha meno di dieci anni, e solo il 5% è affidato a coppie omosessuali.
La nuova delibera piemontese prevede che le famiglie affidatarie “allargate”, che possono ospitare fino a cinque bambini, siano composte da un maschio e una femmina.
Caucino ha affermato che si tratta di una conferma della visione della Regione, mentre Rosatelli ha sostenuto che si tratta di una specifica superata dalla realtà e dalla storia.

[Fonte: La Stampa]