Affido. “Quanta poca trasparenza da parte delle istituzioni!”

L’affido è una sfida tra speranza e incertezza, come testimonia la storia di Maria e Giovanni: la coppia racconta la propria esperienza con un minore e le problematiche legate alla comunicazione con i servizi sociali e il tribunale

Gli operatori Ai.Bi. hanno spesso l’opportunità di ascoltare storie di vita a volte molto complicate. In particolare, di recente ha fatto riflettere la telefonata di una mamma affidataria che ha chiamato l’associazione per chiedere di poter essere inserita in un gruppo di sostegno/confronto con altre famiglie accoglienti come la sua.
La criticità di questa storia è legata al fatto che quando le istituzioni competenti propongono a una famiglia un percorso di accoglienza, è necessario che siano molto chiari su quello che potrebbe succedere e che mantengano questa trasparenza anche durante tutto il percorso altrimenti l’incertezza e la poca chiarezza possono portare a tensioni e preoccupazioni che potrebbero anche avere effetti negativi sul minore del quale bisogna garantire sempre il superiore interesse.

L’esperienza di una coppia di genitori affidatari

Maria e Giovanni anni fa hanno fatto il percorso per l’adozione nazionale ed erano in lista d’attesa. Sono stati chiamati dal Tribunale dei minorenni per un collocamento provvisorio di una bambina di tre anni e mezzo che era in attesa del decreto di adottabilità a breve. I genitori biologici infatti non avevano voluto neanche iniziare il percorso di valutazione e recupero delle capacità genitoriali. Il legame all’interno della famiglia, tra Maria, Giovanni e Aurora si è andato rafforzando sempre di più ed oggi la bambina appare serena e felice.
L’unico inconveniente è che il decreto di adottabilità non è ancora arrivato…

L’importanza di una comunicazione chiara

Quello che è mancato e che continua a mancare è una comunicazione trasparente e costante tra i vari attori coinvolti ossia i servizi sociali, il tutore, il tribunale  e la famiglia affidataria. Il progetto di affido dovrebbe prevedere, nei fatti, un programma di incontri d’aggiornamento periodici tra i vari attori coinvolti in modo da evitare che si creino aspettative non rispondenti alla realtà e che quindi poi vengono disattese.
Maria e Giovanni, infatti, sono venuti a sapere per vie traverse che nel frattempo stava andando avanti il lavoro con i genitori biologici del minore per il ricongiungimento familiare.

Informazioni e richieste sull’affido familiare

Chiunque volesse approfondire la conoscenza dell’affido familiare e riflettere sulla propria disponibilità a intraprendere questo percorso, può partecipare agli incontri organizzati da Ai.Bi. Tutte le informazioni si trovano alla pagina dedicata del sito dell’Associazione.