Ai.Bi chiede 20 milioni di euro di danni per la campagna diffamatoria de L’Espresso. Griffini: “Con questi soldi creeremo un fondo a sostegno delle adozioni internazionali e dei bambini abbandonati”

tribunale

Un fondo per rilanciare le adozioni internazionali, a sostegno dei bambini abbandonati e delle famiglie in difficoltà economica  desiderose di coronare il loro sogno di accoglienza. Questa la prossima sfida che Ai.Bi, Amici dei Bambini vuole vincere e realizzare al più presto. Un fondo che sarà realizzato grazie al risarcimento danni richiesto da Amici dei Bambini come ulteriore azione nei confronti de L’Espresso, a seguito dei due articoli pubblicati dal settimanale l’8 e il 15 luglio 2016.

Ai.Bi. è nata e continua ad operare allo scopo di contrastare il fenomeno dell’abbandono minorile e di promuovere il diritto per ogni bambino di avere una famiglia.

Di questa attività ha fatto la propria prioritaria ragione di esistenza, sino a diventare uno dei principali enti di riferimento in Italia per la tutela dei minori abbandonati.  In maniera del tutto ingiustificata è stata recentemente oggetto di una pesantissima campagna di stampa, perpetrata dal settimanale l’Espresso e realizzata con una serie di articoli di contenuto, oltre che totalmente falso, gravemente diffamatorio. In tali articoli, si attribuiscono ad Ai.Bi. comportamenti e fatti gravemente lesivi della propria reputazione a proposito dei quali l’estensore, in totale spregio di qualsiasi principio di pertinenza e continenza, si è ben guardato dall’operare il pur minimo controllo sulla veridicità di quanto falsamente affermato.  

Dopo le due querele penali per il reato di diffamazione contro la campagna portata avanti da L’Espresso (con l’inchiesta pubblicata lo scorso luglio a firma del giornalista Fabrizio Gatti) e presentate alla Procura di Roma il 19 luglio e il 01 agosto, Ai.Bi ha presentato lo scorso 28 ottobre al Tribunale Civile di Roma, una richiesta di risarcimento di 20 milioni di euro, di cui 15 per i danni patrimoniali e 5 per quelli non patrimoniali.

L’azione civile è stata predisposta dagli avvocati Professor Stefano Papa del Foro di Torino e Marco Squicquero del Foro di Roma i quali, nell’atto di citazione proposto nei confronti del Gruppo editoriale L’Espresso, dell’allora direttore responsabile Luigi Vicinanza, e del giornalista Fabrizio Gatti, oltre a chiedere la condanna dei medesimi, in solido fra loro, al risarcimento dei danni, hanno chiesto che il Tribunale voglia disporre, a titolo di risarcimento in forma specifica, la pubblicazione dell’emananda sentenza, a cura e spese dei convenuti, sui quotidiani nazionali ‘La Repubblica’, ‘Corriere della Sera’ ed ‘Il Sole 24 Ore’,  nonché sui quotidiani giornalistici di maggiore diffusione in tutti i Paesi stranieri ove Ai.Bi. opera, e precisamente in Romania, Federazione Russa, Cina, Moldova, Ucraina, Bulgaria, Kosovo, Albania, Brasile, Perù, Haiti, Colombia, Cile, Bolivia, Bosnia erzegovina, Burundi, Honduras, Messico, Mongolia, Ghana e Repubblica Democratica del Congo, Cambogia; Kenya, Nnepal, Serbia, Sri Lanka, Stai Uniti”.