Ai.Bi.: il Consiglio Nazionale si riunisce e rilancia l’accoglienza. Nonostante il Coronavirus

Volontari e referenti da tutta Italia si sono ritrovati sabato 25 aprile per vagliare nuovi progetti dedicati al mondo dell’infanzia in difficoltà. Il presidente Marco Griffini: “Su adozione e post-adozione le famiglie devono necessariamente confrontarsi”

Sabato 25 aprile 2020 si è tenuta in video-conferenza la riunione del Consiglio Nazionale di Ai.Bi. – Amici dei Bambini. L’organizzazione, nata da un movimento di famiglie adottive e affidatarie oltre 35 anni fa e che ha come mission fondamentale la lotta all’abbandono minorile, in Italia e nel mondo, non ha infatti voluto rinunciare a riunire la propria ossatura fondante, nonostante le difficoltà provocate dalle vigenti misure di contenimento per l’emergenza Coronavirus.

Numerosi sono stati i rappresentanti e i volontari di Ai.Bi. che, da tutta Italia, si sono collegati per confrontarsi su prospettive e progetti anche in una fase segnata da comprensibili difficoltà.

“La nostra organizzazione – ha spiegato il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini ha provveduto fin dagli albori dell’emergenza a una rapida riorganizzazione interna, in modo da erogare alle famiglie che si avvicinano al mondo dell’accoglienza tutti i servizi formativi e informativi necessari a distanza. Lo abbiamo fatto con la campagna ‘#Iorestoacasa con Amici dei Bambini’. Non solo, ma proprio per l’emergenza abbiamo lanciato una campagna dedicata per sostenere le nostre comunità per l’infanzia in difficoltà in Italia, situate nelle zone più colpite dalla pandemia, e il nostro staff che in Asia, Africa e Sud America collabora con gli istituti che accolgono minori. Ma questo è solo l’inizio. Come movimento ci stiamo infatti preparando a lanciare nuovi progetti e iniziative per sostenere le famiglie. Gli argomenti sui quali noi famiglie adottive siamo infatti chiamate a confrontarci per il bene dei nostri figli saranno principalmente due: evidenziare gli eventuali ostacoli che si sono incontrati nel nostro percorso pre adottivo e post adottivo per individuare eventuali criticità e lavorare sulla fase post-adottiva. Lavorare cioè sul periodo che viene dopo i primi mesi o anni di accompagnamento per affrontare problematiche che possono sorgere più o meno all’improvviso con l’entrata dei figli nel periodo adolescenziale o post adolescenziale. Per fare questo, per riuscire a dare un servizio a noi stessi e anche alle future famiglie adottive c’era necessariamente il bisogno di confrontarci. Il Coronavirus non ferma l’accoglienza, anzi, come diciamo ormai da qualche tempo, l’#Accoglienzanonsiferma!”