I desk di Ai.Bi.: Lorenza ” cos’è adozione internazionale in una parola? Un atto di coraggio !”

Ho provato a trovare una parola che possa accomunare e mettere dentro un grande insieme tutte le coppie … dopo qualche istante mi è venuta in mente la parola CORAGGIO.

Il coraggio di una coppia che si presenta davanti ad un Tribunale per sentire decretare se può o non può diventare una famiglia

E si presenta con tutti i suoi pregi e anche con i suoi limiti. La memoria mi riporta all’esperienza di una coppia che voleva adottare 5 ragazzi ucraini conosciuti con i viaggi terapeutici. Il Giudice in sede di colloquio chiude il fascicolo ancora prima  di guardarli in faccia e di leggere le pagine della relazione che descrivono la magia del loro rapporto: “tutti e 5 insieme non se ne parla nemmeno”.

Lei, la madre, non lo lascia nemmeno finire e gli ricorda che in quella stanza si stava parlando dei suoi figli e non si sarebbe fermata fino a quando la legge non avrebbe permesso loro di adottarli tutti insieme. Hanno vinto loro! Sia in corte d’appello che davanti al Tribunale Ucraino e hanno portato a casa 5 ragazzi e affrontano ogni giorno la sfida di crescerli insieme come ogni genitore.

Il coraggio di rispondere alle richieste continue di un paese e Il coraggio di sopportare l’attesa

Spesso mi chiedo da dove arriva il coraggio di affrontare questo lungo percorso.

Mi rispondo con le parole di una psicologa che mi ha accompagnato negli incontri pre – partenza: bisogna avere la certezza di essere la migliore risorsa per UN bambino che, da qualche parte nel mondo, ha bisogno di una mamma e di un papà e non smette mai di credere, nemmeno quando è “grande”, che la coppia giusta arriverà e sarà sua per sempre .

Il coraggio di leggere la scheda di abbinamento

Ogni volta che faccio una telefonata per comunicare che è arrivata LA SCHEDA penso a quanto coraggio ci vuole per arrivare a quel tavolo e leggere quelle pagine.

A questo punto del percorso “il bambino” non è più un sogno ma diventa una persona in carne ed ossa.

Quanto coraggio ci vuole per dire di sì quando magari ci si era immaginati un’altra storia e banalmente un altro “tipo” di bambino, per sedersi su quella sedia andando oltre i “falsi miti” sull’adozione – i bambini sono tutti grandi; i bambini sudamericani sono tutti iperattivi; i bambini dell’est sono tutti malati, le schede contengono tutte informazioni false….

Penso  ad un’ ultima famiglia incontrata, la scheda di una bambina piccola, probabilmente con un problema di sordità bilaterale che le ha causato un ritardo dello sviluppo soprattutto linguistico. Una scheda che avrebbe potuto fare tanta paura, invece la coppia con grande naturalezza ci risponde : “tutto qui? È nostra figlia, quando possiamo partire?”  

Il coraggio di incontrarsi e di lasciarsi ma anche il coraggio di ritrovarsi per sempre  

Dopo la lettura di una scheda il gioco diventa duro davvero perché bisogna avere il coraggio di andare incontro ad un bambino vero che spesso ci metterà in crisi con i suoi atteggiamenti di sfida; che potrebbe non volerci, non essere preparato all’incontro.

A volte ci si trovano davanti bambini impauriti altre volte invece bambini spavaldi.

Ci vuole coraggio per affrontare lo “strazio” dei viaggi multipli … lasci tuo figlio dopo averci passato insieme alcuni giorni e ad avere iniziato ad intessere un rapporto speciale, ma ci vuole coraggio anche per affrontare la sfida di una lunga permanenza in un paese diverso, lontani dalle persone che amiamo.

Ci vuole coraggio anche all’ultimo viaggio perché magari mentre si sale sull’aereo per rientrare in Italia, il bambino strepita perché non vuole partire e a volte qualcuno tenta anche la fuga.

Mi sono chiesta tante volte quale forza è in grado di muovere le coppie verso questa grande sfida.

Forse quello che le spinge è proprio la voglia di permettere ad un bambino di rinascere come figlio e di provare la gioia di essere amato così com’è e per sempre.

In tanti anni di esperienza come desk ho imparato che ogni famiglia porta con se un grande carico di amore che rende possibile qualunque cosa.

L’amore ricevuto è quello che ha permesso ad un ragazzino adottato ad 11 anni  di diventare un ragazzo forte, un piccolo campione di atletica e di trovare il CORAGGIO di tornare nell’istituto dove è stato accolto per diversi anni per mostrare le sue medaglie e per raccontare agli altri che sono ancora lì la sua storia e la sua “rinascita” in una famiglia.

Perché ci vuole CORAGGIO per credere nei sogni … ma anche per farli diventare realtà!