Amsterdam. Ai.Bi. rappresenta l’Italia nel confronto europeo sull’emergenza dei minori stranieri non accompagnati: la proposta è il rilancio dell’accoglienza in famiglia

misnaFare rete tra le organizzazioni del settore e condividere le proprie esperienze per sviluppare un autentico modello europeo. L’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati – vera emergenza nell’emergenza migranti di questi anni – passa anche dal confronto tra punti di forza e criticità riscontrati da chi, da anni, fa del garantire un’accoglienza giusta ai migranti più fragili la propria missione. Così come Amici dei Bambini che, in rappresentanza dell’Italia, ha partecipato al corso di formazione “Alternative Family Care” che si è svolto ad Amsterdam nella settimana dal 28 novembre al 2 dicembre e che ha visto 30 operatori di oltre 20 tra organizzazioni non governative e soggetti pubblici e parastatali confrontarsi sulle modalità del modello olandese di accoglienza famigliare dei giovanissimi migranti.

La delegazione di Ai.Bi. – costituita dalla responsabile della progettazione Monica Barbarotto e dal referente nazionale della campagna Bambini in Alto Mare Diego Moretti – ha avuto quindi modo di conoscere le realtà di 18 Paesi europei in fatto di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, concentrandosi in particolare sull’esperienza di Nidos. Quest’ultima è un’organizzazione olandese che garantisce tutela e protezione ai migranti minorenni senza adulti di riferimento.

La legge olandese, infatti, prevede la tutela per tutti i minori stranieri non accompagnati o separati dai genitori. Quando il giudice accorda ai minori la tutela, di questa se ne può occupare Nidos che provvede alla rappresentanza legale del migrante minorenne, diventando responsabile del suo benessere e della sua protezione. Con Nidos collaborano circa 180 persone che lavorano come tutori, con il supporto dell’ufficio legale e degli esperti di information technology.  Grazie a questa organizzazione, negli ultimi anni, Nidos ha stretto intense e produttive relazioni con soggetti europei che si occupano dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. L’obiettivo è quello di realizzare una rete europea impegnata su questo fronte, a partire da un costante e produttivo scambio di buone pratiche.

È in questo quadro che si inserisce la partecipazione di Ai.Bi. all’iniziativa di formazione svoltasi nella capitale olandese. La necessità di aggiornarsi, fare rete con le diverse organizzazioni europee e migliorare le modalità di intervento è quanto mai avvertita, soprattutto alla luce dei dati che ci dicono come il numero di giovanissimi migranti non accompagnati che arrivano nel nostro Paese sia in costante aumento.

Il XXII Rapporto sulle migrazioni dell’Ismu (Iniziative e Studi sulla Multietnicità), recentemente presentato, afferma che i minori stranieri giunti soli sulle coste italiane rispetto al totale degli sbarchi sono passati dal 7,7% del 2014, all’8% del 2015 al 14% del 2016. In termini assoluti, dal 1° gennaio al 27 novembre di quest’anno, i minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia sono stati 23mila. Quasi sempre adolescenti, ma con un’età media che si va progressivamente abbassando, i giovanissimi migranti soli, una volta giunti in Italia, troppo spesso non trovano un’accoglienza degna e rischiano di finire nel tunnel dell’illegalità e dello sfruttamento. Per questo è necessario che si occupa di garantire loro un’adeguata tutela faccia rete ed elabori modalità di intervento comuni e condivise. Ai.Bi., sulla base della sua esperienza, rilancia anche a livello europeo il modello dell’accoglienza famigliare, giunta a un passo dalla regolamentazione legislativa, con il ddl Zampa che attende solo il via libera del Senato per diventare legge.