“Anche tu sei stato abbandonato?”. Storia di una famiglia e di una doppia adozione dalla Cina

Martino, 13 anni, e Mario, 7 anni, sono arrivati in Italia in momenti diversi. Ora, quando vanno a letto, cantano insieme

“Davvero? Anche tu sei stato abbandonato?”. Tra fratelli possono essere molti gli spunti di conversazione e i livelli di complicità, ma se entrambi sono arrivati dalla Cina, seppure in momenti diversi, può succedere come per Martino, 13 anni e mezzo e Mario, 7 anni e mezzo: essere fratelli significa saper condividere e comprendere un passato ingombrante, con molti elementi in comune. E così capita che a tavola possano saltar fuori domande di questo tipo, specie se l’ultimo arrivato vuole vederci chiaro e capire meglio le dinamiche. E sondare con il fratello le zone buie delle rispettive vite fuori dalla famiglia.

“Quel giorno Mario chiese anche a Martino se avesse mai conosciuto la sua mamma”, raccontano Lucia e Marco, che lo scorso agosto sono ritornati a casa dalla Cina a coronamento della loro seconda adozione. Una domanda che sorse in modo spontaneo e che forse poteva essere compresa fino in fondo solo dai ragazzi. “Beh, certo che la conosce, sono io!” aggiunse Lucia quel giorno, lasciando per un istante i figli con la forchetta in mano. Un momento importante, che fa parte di molte storie di adozione, in grado di far crescere insieme la famiglia insieme a quel rapporto di fratellanza così speciale.

“E pensare che i Servizi territoriali, quando abbiamo ricominciato il percorso per la seconda adozione, hanno tentato di metterci in difficoltà tante volte, noi come coppia e Martino singolarmente – ricordano i genitori, sostenuti nell’iter dalla sede Ai.Bi. di Mestre – Quando si parla di seconda adozione c’è chi vede gli aspetti rischiosi invece che la possibilità moltiplicare la disponibilità all’accoglienza. Eppure noi siamo testimoni del contrario: abbiamo visto, seppure tra momenti di difficoltà, come due fratelli con un passato simile possano aiutarsi, sostenersi, crescere insieme”.

Un percorso laborioso per Lucia e Marco, che non li ha scoraggiati nel voler allargare la famiglia, d’accordo con Martino, arrivato in Italia da Xi’An circa 6 anni fa. “A lui chiedevano se non fosse contento di avere i genitori tutti per sé, a noi domandavano che bisogno c’era di tentare un’altra adozione quando la prima stava già dando buoni risultati”, dicono mamma e papà, incoraggiando le coppie a non farsi spaventare da queste domande. Anche quando, come nel loro caso, arrivò una relazione parzialmente sfavorevole dai Servizi territoriali, che scoraggiava di fatto l’arrivo di un secondo figlio per non alterare un equilibrio familiare ormai raggiunto. “Tutto andò bene perché il giudice non ravvisò elementi di criticità, rimise la decisione al Consiglio del Tribunale per i minorenni e così arrivò l’idoneità, nell’ottobre 2017”, aggiunge Marco. E finalmente, dopo una ulteriore, lunga attesa dovute a un rallentamento nelle procedure di adozione con la Cina, nel luglio 2019 la famiglia si ritrovò nel nord della Cina, pronti per abbracciare Mario.

“E’ stata una adozione diversa rispetto a 6 anni fa, sia per la dinamica dell’incontro che a livello emotivo – dice Lucia – A chi si prepara per una seconda adozione garantiamo che non si ripetono mai le stesse dinamiche! Il giorno dell’incontro il bambino era già lì ad attenderci, ci ha riconosciuto a distanza, ci è saltato addosso: tutto molto bello per essere vero, per così dire. E il bambino ci pareva troppo euforico” . Mario aveva vissuto diversi anni con due genitori affidatari prima di conoscere la sua famiglia “per sempre” e quindi prima dell’incontro in Cina c’erano stati deboli contatti e scambio di immagini e informazioni per facilitare l’incontro.

“Quando ci siamo conosciuti, con la famiglia affidataria, è stato bello e intenso: del resto nostro figlio ha vissuto con loro per 5 anni – ricordano Lucia e Marco – Oggi il bambino ci racconta che lo avevano sottoposto a controlli medici e psicologici, con il che abbiamo dedotto che lo avessero preparato per tempo E tuttavia il distacco non è stato facile”.

Valigia in mano con i suoi piccoli averi, un abbraccio e un saluto: così Mario si è allontanato da chi lo ha protetto per diversi anni. “Ma come ci attendevamo, nel pomeriggio dello stesso giorno e nei giorni successivi Mario ha avuto una crisi di nostalgia”, aggiunge Lucia. E così, per ammorbidire il distacco, nei pochi giorni di permanenza nella zona prima di trasferirsi a Pechino, come precede la procedura, la nuova famiglia e gli affidatari hanno organizzato, d’accordo con il referente locale di Ai.Bi. che li ha accompagnati, una giornata assieme per mostrare i luoghi in cui Mario era cresciuto. “Quelle persone gli hanno voluto molto bene, capivamo anche la loro sofferenza – dice Marco – e così abbiamo potuto conoscere i luoghi dove Mario era cresciuto, abbiamo capito cosa significa vivere in campagna in Cina. Una volta arrivati nostro figlio ha giocato con il gatto, i vicini sono usciti di casa per salutarlo… c’è stato un secondo addio un po’ meno sofferto del primo, che credo sia servito a tutti”. Oggi resta ancora qualche contatto con al famiglia cinese “ma cerchiamo di diradare i contatti – dice Lucia – Lo abbiamo scritto e spiegato con gentilezza, assicurando i genitori affidatari che in casa li ricordiamo sempre e parliamo sempre a Mario della Cina e del suo passato con loro”

Una doppia adozione dalla Cina: a casa i fratelli hanno trovato il loro equilibrio

In tutto questo Martino, da osservatore e protagonista solo apparentemente marginale dell’adozione, maturava le sue riflessioni e teneva a bada gli inevitabili tormenti che ogni primogenito (in questo caso) adottivo affronta, ritornando nello stesso paese da cui anche la sua storia ha avuto origine. “Qualche difficoltà è emersa già in Cina – ricordano i genitori – altre sono inevitabilmente scaturite a casa: tutte sono state occasione di crescita. Per entrambi i fratelli oggi si sono semplificate tutte le comunicazioni e non hanno paura a parlare di loro e del loro passato anche in nostra presenza. Condividere in casa sofferenze e dubbi aiuta tutti quanti”.

A casa i fratelli hanno trovato il loro equilibrio, pure avendo caratteri così diversi: Martino è compassato, introverso, Mario è invece estroverso, conosce e parla con tutti. “Eppure nel tempo stiamo vedendo che Martino ora sorride di più e l’altro si è un po’ calmato. Dormono assieme, nella stesa stanza, e quando vanno a letto cantano”.