Aprile il mese decisivo per la lotta al Covid: ecco tutto quello che c’è da sapere sul piano vaccinale

Vaccini disponibili, percentuali di efficacia, modalità di funzionamento, obbligo di vaccinazione per chi lavora nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali. Tutto quello che bisogna sapere sui vaccini per il decisivo mese di Aprile

Il 13 febbraio il Governo Draghi entrava ufficialmente in carica. Dopo le varie nomine, il passaggio di consegne, gli avvicendamenti e i primi provvedimenti, è adesso, nel mese di Aprile, che ci si aspetta l’accelerazione decisiva per quanto riguarda la lotta al Covid, priorità evidente di qualsiasi piano che guardi al futuro.

Avanti tutta con i vaccini: aprile sarà il mese decisivo nella lotta al Covid

In aprile, per esempio, arriveranno finalmente le dosi promesse del vaccino Johnson&Johnson, che ha il vantaggio di richiedere una sola somministrazione e andrà ad aggiungersi agli altri tre vaccini già approvati e somministrati: Pfizer/Biontech, Moderna e AstraZeneca.

In totale, sempre per il mese di aprile, è previsto l’arrivo di 8 milioni di dosi, che dovrebbero salire a 50 milioni complessive nel prossimo trimestre. L’obiettivo, più volte dichiarato, è quello della 500 mila somministrazioni al giorno, ritmo che potrebbe consentire, secondo le proiezioni, di arrivare a fine settembre con l’80% della popolazione vaccinata.

Per non farsi trovare impreparati, vale la pena fare un piccolo ripasso sui diversi vaccini e il loro funzionamento.

Come funzionano i vaccini per la lotta al Covid

Pfizer/Biontech e Moderna sono vaccini di nuova concezione e sfruttano la tecnica dell’RNA messaggero. AstraZeneca, invece, utilizza un virus innocuo per l’uomo per trasportare nelle cellule umane il codice genetico delle proteine del virus. Johnson&Johnson, infine, è basato su vettori derivati da adenovirus di serotipo 26 (Ad26).
Oltre a questi, l’UE ha già stretto accordi anche per i vaccini Sanofi e CureVac, mentre è ancora dibattuta la questione che porta al vaccino russo Sputnik.

Le percentuali di efficacia dei diversi vaccini sono diverse, ma tutti iniziano a essere attivi già dopo la prima dose, aumentando la loro protezione, poi, con la seconda. Pfizer e Moderna, sono efficaci al 95% già dopo le prima dose, anche se Moderna ci mette due settimane ad attivarsi, contro l’una di Pfizer. AstraZeneca ha un’efficacia minore dopo la prima dose (59,5%), che però sale all’82,4% dopo la seconda somministrazione, effettuata a distanza di 12 settimane. Johnson & Johnson, infine, ha un’efficacia che varia tra il 72% e l’86%.

Tutti i vaccini, al momento, sono indicati per i maggiorenni o, solo per il caso di Pfizer, per i maggiore di 16 anni. Alcuni studi preliminari indicano che quest’ultimo vaccino sarebbe efficace anche sui ragazzi dal 12 ai 15 anni.

Obbligo di vaccinazione per chi lavora nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali

Rimanendo in tema vaccini, un’importante novità da segnalare arriva dall’articolo 4 del decreto legge 44 dell’1 aprile 2021 che indica come “gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2” Unica eccezione è un accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche che, naturalmente, devono essere documentate.

Dall’entrata in vigore del decreto i datori di lavoro delle strutture sociosanitarie e socioassistenziali sono tenuti a trasmettere alle Regioni (o Provincie autonome) l’elenco dei propri operatori che ricoprono incarichi di interesse sanitario, così da procedere alle vaccinazioni. L’inosservanza della vaccinazione comporta “la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio da SARSCoV-2”.