Arnoletti (Cifa): “Necessario rifondare tutto il sistema, senza credere che qualità e quantità non possano stare insieme”

arnoletti-convegnoIl dualismo tra qualità e quantità delle adozioni internazionali? Una bufala. Ne è certo Gianfranco Arnoletti, presidente di Cifa for Children – uno dei più grandi enti autorizzati italiani – intervenuto giovedì 27 agosto a Gabicce Mare, nel corso della tavola rotonda svoltasi nell’ambito del convegno “Adozione internazionale in cerca di futuro. La scelta politica dell’accoglienza”, organizzato da Amici dei Bambini. Arnoletti è molto chiaro su questo tema: “Giustificare il calo delle adozioni affermando che si è cercato di privilegiare la qualità è come nascondersi dietro un dito ed è un insulto ai tanti bambini arrivati in Italia nel corso degli anni”.

Insomma, secondo il presidente di Cifa, chi ritiene che non sia possibile coniugare qualità e quantità sbaglia. Al contrario, gli enti grandi, che realizzato più adozioni, sono anche quelli chiamati ad avere più degli altri strutture adeguate e alte competenze. “Avere numeri significativi di adozioni realizzate – spiega Arnoletti – permette anche di avere un confronto interno su vari aspetti, da quello psicologico a quelli più tecnici”.

Gli enti maggiori, inoltre, rappresentano maggiormente il nostro Paese all’estero, soprattutto nell’ottica di un’adozione internazionale intesa come parte di un più ampio progetto di cooperazione. Senza nulla togliere agli enti piccoli, che hanno sicuramente le loro peculiarità positive – “possono certamente assicurare un maggiore calore familiare alle coppie”, ricorda Arnoletti – quelli grandi sono però gli unici che possono realmente fare rete e provare a coalizzare gli altri enti.

È questo il punto da cui ripartire: fare rete e rifondare completamente un sistema che ha mostrato tutti i suoi limiti. A cominciare dalla frammentazione. “Sessantadue enti sono troppi – dichiara Arnoletti -. Solo in Italia si crede che fare 100 o 200 adozione per un ente sia un grande risultato!”