Adozione Internazionale. Arriva il nostro “Gesù Bambino”: come prepararsi ad accoglierlo?

Dalla lettura dei documenti all’esercizio di immaginarsi il figlio che verrà all’interno del proprio contesto di vita e di relazioni. Fino all’incontro che aprirà definitivamente le porte a una trasformazione profonda

Durante uno degli incontri formativi che Ai.Bi. periodicamente organizza per tutti i genitori che si stanno preparando all’Adozione Internazionale, una donna che sta per diventare mamma di un bambino di 7 anni ha espresso un paragone interessante tra la preparazione all’accoglienza di un figlio con l’adozione o con la nascita naturale. In entrambi i casi, ha detto, si tratta di una nuova vita che entra in famiglia e per la quale i genitori preparano “il nido”.
Il bello dell’adozione, però, è che questa preparazione non è influenzata dalle mode consumistiche (baby shower, la corsa alla carrozzina all’ultima moda…), ma solo da “situazioni di cuore”. Si pensa a come il bambino potrà reagire quando avverrà l’incontro, a cosa lui si aspetta e cosa potrebbe fargli piacere, al modo in cui si può trasmettere il proprio amore.
È un po’ come quando si prepara il presepe, in questo periodo di Natale, e si sistemano culla, muschio e statuine nella maniera migliore per quando, nella notte del 25 dicembre, si poserà in quel contesto così attentamente preparato Gesù bambino.

La psicologa e psicoterapeuta che collabora con la sede di Ai.Bi. in Puglia, Marina Gentile, parte da qui per spiegare bene come ci si può preparare ad accogliere un figlio che entrerà in famiglia grazie all’Adozione Internazionale.

Trasformare la casa e il cuore

L’adozione è un viaggio che ha inizio molto prima dell’arrivo concreto del bambino o della bambina in famiglia. In questo percorso, accogliere significa creare uno spazio all’interno di una coppia che ha a lungo cullato il pensiero di ampliare la famiglia; che ha tenuto in vita il bambino prima ancora di conoscere il suo viso, il suo nome, le sue mani. Si tratta di equilibri rodati, routine definite e una calibrata gestione di spazi e tempo libero.
Così come per una nascita biologica, sarà necessario trasformare la casa, il cuore e le relazioni familiari per fare spazio a una nuova vita che spesso è portatrice, nel caso dell’adozione, di un passato complesso e doloroso e di tanti nodi evolutivi da districare.
Durante il periodo di attesa, i genitori maturano consapevolezza non solo dei documenti, dei tempi, dei farraginosi adempimenti burocratici ma anche delle esigenze affettive, identitarie, emotive del bambino che arriverà con ferite spesso purulente e con un fortissimo bisogno di riparare legami familiari che hanno tradito la sua fiducia.

Il riconoscimento delle origini

Un esercizio molto utile per mettersi alla prova è immaginarlo nella propria casa, durante le vacanze e i pranzi con la famiglia allargata, e “vederlo”, così da cominciare a sintonizzarsi con ciò che poterebbe farlo sentire a proprio agio, con le difficoltà che potrebbero emergere e con le sue possibili reazioni.
Nel caso di adozione internazionale, c’è un ulteriore elemento che non può essere tralasciato: l’integrazione della cultura d’origine del bambino. È sempre auspicabile conoscere qualche parola della sua lingua, avere a disposizione libri o giochi che lo richiamino alle sue origini, o semplicemente fargli trovare, all’interno della propria stanza, un mappamondo, una cartina o una bandiera che gli suggerisca che è arrivato da lontano, ma che adesso è parte della famiglia.

Dal figlio immaginato all’incontro reale

Il giorno dell’incontro è un momento speciale e carico di emozione. È il momento in cui una coppia, che spesso ha percorso un lungo viaggio, dichiara al bambino la propria disponibilità ad accogliere un’altra persona con storia, lingua, vissuto diverso.
Appare dunque molto importante che i genitori si mettano in ascolto di se stessi e delle proprie emozioni e che accolgano le proprie paure: interrogativi quali ”Cosa potrebbe aspettarsi da noi?”, “Come possiamo trasmettergli il nostro amore in modo sincero, semplice, accogliente?”, sono importanti per sintonizzarsi con il bagaglio affettivo, emotivo e di paure con cui si arriva a questo incontro.
L’accoglienza adottiva, non è necessariamente legata alle dinamiche consumistiche che spesso accompagnano una nascita, ma richiede piuttosto di sintonizzarsi sulla qualità del legame, sulla predisposizione affettiva, su cosa potrà far sentire amato e desiderato questo bambino.
Un aspetto spesso dimenticato è che il bambino adottato porta con sé una storia di vita, di origine, di distacco, e che l’attaccamento con la nuova famiglia richiede cura, pazienza, rispetto.
E così, oltre a doversi occupare di preparare una stanza, un letto, un angolo accogliente, nel caso di inserimento adottivo, la bussola che dovrà orientare l’incontro con il proprio bambino sarà la consapevolezza che ha già vissuto una vita, ha già un passato, che porta con sé nel suo bagaglio interiore.
Così come per una nascita biologica, anche nell’adozione i genitori immaginano il primo giorno: come sarà l’incontro, come reagirà, che emozioni proverà. Ma nell’adozione vi è una maggiore sintonizzazione sulle emozioni, sul cambiamento.
Prepararsi significa mettere in conto che ci potrebbero essere domande, paure, un confronto tra “prima” e “adesso”, degli inevitabili momenti di difficoltà.
Accogliere un bambino attraverso l’adozione è un atto di apertura. Prepararsi non significa solo compilare moduli, arredare una stanza ma significa pensare al momento dell’incontro.
L’avventura dell’adozione apre le porte a una trasformazione profonda. Prepararsi significa accogliere, prima ancora che un bambino, una nuova vita, con la sua storia, le sue attese, il suo desiderio di amore e appartenenza, i suoi dolori e le sue sofferenze.

Dott.ssa Marina Gentile
Psicologa e Psicoterapeuta, sede Puglia di Ai.Bi. Amici dei Bambini

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it.
Ai.Bi. organizza periodicamente anche dei corsi pensati per dare alle coppie che si avvicinano per la prima volta al mondo dell’adozione, dando loro le nozioni base sulla normativa di riferimento, le procedure da espletare, la presentazione della domanda di idoneità, ecc. A questo link si possono trovare tutte le informazioni relative al prossimo corso online “Primi passi nel mondo dell’Adozione Internazionale”. Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati