Assurdo che i giudici cerchino i genitori delle persone adottate!

Sono una mamma adottiva. Ai nostri figli abbiamo deciso di raccontare tutto fin da subito. Non volevo che la loro storia fosse un trauma da affrontare magari in età adulta. Ho sempre pensato che l’adozione deve essere vissuta con la massima normalità possibile. Il caso della donna 59enne che ha ottenuto dal Tribunale di Firenze l’autorizzazione a conoscere la madre biologica mi lascia perplessa. Visto che dopo anni viene rimesso in discussione il diritto di una donna a partorire in anonimato un figlio. Come si concilierà questo con la decisione presa sempre dalla Corte Costituzionale di dare il via libera alla fecondazione eterologa. Cosa ne sarà dei figli con tre genitori? A quali conseguenze va incontro chi decide di diventare donatore di gameti, se un giudice magari dopo venti, trent’anni ordina il diritto di bussare alla sua porta?

Arianna

 

RITRATTO-MARCO-GRIFFINI200Cara Arianna,

lei affronta un argomento delicato. La Corte costituzionale considera immediatamente praticabile la fecondazione eterologa, non vedendo nessuna lacuna normativa, procedendo all’abrogazione delle leggi precedenti e dando per scontato l’anonimato dei donatori di gameti. Salvo poi emettere una sentenza che riconosce alle persone adottate il diritto di sapere l’identità dei genitori biologici. Resta un’irrisolta conflittualità tra diritti diversi. Infatti così facendo viene violato il diritto delle donne a partorire in anonimato e abbandonare il figlio senza riconoscerlo.

Sottoscrivo le sue preoccupazioni: la decisione della Consulta è assai pericolosa perché rende meno certo il diritto. Non entrerò nel merito del caso specifico da lei citato, non avendone conoscenza diretta. Ma così come lo abbiamo appreso dai giornali, la vicenda apre un problema collettivo, le cui implicazioni sono notevoli. L’Italia non è il solo Stato che sancisce il diritto dei figli alla conoscenza dei genitori-donatori. M questo mette fuori gioco l’eterologa. Perché altrimenti saremmo in presenza di un paradosso. Per implicazioni di tipo sanitario, il donatore dev’essere noto da un punto di vista clinico, ma anagraficamente può restare anonimo. Per mille motivi pratici, compreso il fatto che i donatori di sperma, se ricchi, rischierebbero di trovarsi dietro la porta un esercito di pretendenti all’eredità. Ma la domanda è la seguente. Perché l’anonimato vale in assoluto per i donatori di gameti e non per le donne che hanno scelto di donare la vita a un figlio, ma per mille motivi hanno deciso di non crescerlo? Se quell’anonimato diventa violabile, c’è da credere che le donne che si troveranno nella triste situazione di aspettare un figlio non voluto, potranno considerare più utile e prudente ricorrere all’aborto, piuttosto che all’abbandono. Un’ultima nota rispetto alla sua storia familiare. Credo che la sua sia la scelta più felice. L’adozione va vissuta da adulti e bambini con assoluta normalità. Perché al di là di tutto, un padre e un figlio si riconoscono tali non per Diritto, ma per la Legge ‘non codificabile’ dell’Amore.

Con stima,

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi.- Amici dei Bambini