Bambini in affido: alla ricerca di adulti che sappiano passare del tempo con loro e riempirlo di senso e significato

Le richieste dei minori da accogliere in affido aumentano e le famiglie che si candidano devono essere sempre più consapevoli dei bisogni dei bambini in difficoltà familiare

Se dobbiamo fare un’analisi delle richieste di affido che arrivano, ciò ci spinge sempre più a cercare famiglie disponibili a bambini grandicelli, la media si aggira intorno ai 9 anni.

Le situazioni richiedono sempre più la necessità di famiglie disposte ad accompagnare alla crescita un bambino che mantiene sempre i legami con la sua famiglia di origine. Spesso i legami da mantenere non sono da intendersi semplicemente con i genitori biologici, ma talvolta anche con fratelli e/o nonni.

Proprio per permettere la frequentazione dei familiari, i progetti di affido sono legati ad un territorio specifico o comunque in territori con una distanza non eccessiva fra loro. La questione logistica degli incontri è spesso una delle dimensioni che affaticano di più le famiglie affidatarie in termini di frequenza e distanza. Ci sono poi tutte le implicazioni psico-emotive che questi incontri comportano, che si aggiungono alla questione più pratica.

Affido. Un nuovo equilibrio tra passato e presente

Il bambino che vive un’esperienza di affidamento familiare residenziale vive in una situazione emotiva e relazionale che richiede contemporaneamente l’allontanamento fisico dai legami conosciuti e la costruzione di nuovi. Questo fa sì che vi siano nei bambini segmenti di storia passata e presente che convivono in modo spesso confuso e ambivalente. Gli incontri con i familiari spesso generano nei bambini e ragazzi delle dinamiche psicologiche ed emotive proprio nell’ottica di ricercare un nuovo equilibrio fra il passato e il presente.

Ogni bambino è diverso, come la sua storia: Matilde al rientro degli incontri si chiude in un silenzio assoluto, Gabriele invece mostra felice i regali che ha ricevuto. E a loro volta gli affidatari sono diversi e devono mediare fra quello che sarebbe il loro atteggiamento spontaneo e quello che invece è quello migliore per gestire le varie dinamiche.

La situazione prevede che si cerchino sempre più risorse familiari disponibili a progetti che vedono un grande investimento nella relazione con il minore: adulti che sappiano stare con i ragazzi, passare del tempo con loro e riempirlo di senso e significato.

Per questo riprendiamo l’attività informativa e formativa a settembre, perché le richieste aumentano e le famiglie che si candidano devono essere sempre più consapevoli dei bisogni dei bambini che intendono accogliere.

Per informazioni e per partecipare agli incontri QUI