BAMBINIxLAPACE. Le difficili notti di Kiev 

Immagini della guerra in Ucraina, che oggi incombe e devasta tutto ciò che incontra e non sembra fermarsi di fronte a nulla. Si è forse persa la speranza della pace?

Avete visto le fotografie che UNICEF Ucraina ha postato su Facebook?
No? Allora ci pensiamo noi a riproporvele, chiedendovi se “è giusto”. Qui le foto.
La vedete anche voi la madre con la felpa rossa, che si è riparata dietro ad una colonna dei cunicoli della metropolitana, col proprio figlio? Una donna col bambino che dovrebbe essere al caldo della propria casa di sera, in un clima sereno, per addormentare il suo piccolino in braccio, cullandolo e guardandolo con amore, negli occhi.
Gli occhi di questa donna invece sono lucidi, guardano il vuoto…


Vedete l’altra madre, completamente nascosta dal giaccone, che tiene sulle sue ginocchia la figlia, che passa il tempo ascoltando e guardando canzoncine al cellulare? Non dovrebbero essere sedute sul freddo marciapiede della metro, non dovrebbero essere in questo luogo insieme ad altre centinaia di persone che si rifugiano dai nuovi attacchi nemici. Il loro posto è nella serenità della loro casa, al caldo, a cantare felici prima di un abbraccio e a nanna!
Li vedete i passeggini parcheggiati sulle banchine dei treni sotterranei di Kiev?

Notate anche voi le seggioline da campeggio raccolte al volo, nel caos, da famiglie che si sono organizzate alla meglio, per passare la notte all’addiaccio al suono di sirene e allarmi, per evitare di essere colti dal fuoco aereo proveniente dal cielo? Un cielo che dovrebbe essere solo stellato e fonte di poesia per gli amanti e per le coppie che sognano un futuro insieme e fanno progetti felici. Invece hanno una coperta gettata sul marciapiede e si stringono tra i pilasti di cemento, che sorreggono la stazione ma anche lo spirito di chi trova qui, scampo dai bombardamenti incessanti.

Sono fotografie di vita reale a cui non possiamo abituarci

Le immagini che provengono dalla collega di Ai.Bi. a Kiev sono simili, giorno dopo giorno: una rappresenta una madre col figlio in braccio mentre si mette in coda, per salire su un autobus, per lasciare la propria casa crivellata di colpi di armi da fuoco.
Un’altra è una donna che abbraccia con tutta la propria forza al petto i figli per tranquillizzarli e farli sentire al sicuro, mentre tutto intorno è macerie e buio.
Fotografie che ritraggono persone anziane con pacchi di cartone e valigie sgangherate in cui hanno raccolto le poche cose ancora intatte, fondamentali per la sopravvivenza e da portare con sé.
Immagini di bambini che piangono, che hanno il viso segnato dalla tristezza, dalla confusione, non capiscono cosa succede attorno a loro, cosa sta accadendo al mondo che conoscevano e che si sta sgretolando.
Fotografie di donne in fila sotto la pioggia per ricevere una porzione di cibo da organizzazioni che, per fortuna, riescono ancora a portare viveri a chi è rimasto in città.
Donne sole, stanche, sofferenti, preoccupate di ciò che sarà per loro stesse, per i figli, senza un padre, combattente o morto.
Come possono esserci donne, in un paese a poche ore di volo dal nostro, che dal cielo si riparano per non essere colpite dalle bombe? Come mai permettiamo oggi che ci siano donne che stanno piangendo in centri di raccolta profughi, nascondendosi per evitare di soccombere all’aggressore? Perché ci sono donne che lottano ogni giorno contro la morte, contro la violenza e che vivono con la paura di rappresaglie da parte di nemici, o temono di cadere in imboscate che possono essere ovunque e cercano di evitare carnefici che attuano barbarie di ogni tipo?

Che cosa fare?

Come rendere loro giustizia? Cosa posso? Cosa devo fare?
Possiamo invitare chiunque a immedesimarsi nelle donne delle fotografie provenienti dall’Ucraina, possiamo chiedere di guardare le immagini e vedere, in quei visi devastati dal dolore, il nostro fratello, il nostro amico…
Possiamo e dobbiamo chiedere di andare a visitare questo link.
Dobbiamo e possiamo pregare per la pace .
Dobbiamo e possiamo aiutare che in questo momento sta portando aiuto a queste famiglie e ai loro bambini.
Non dobbiamo perdere la speranza che il bene vincerà sempre e ovunque il male.

Foto dalla pagina Facebook di UNICEF Ukraine