#BAMBINIxLAPACE: Siamo due pensionati e abbiamo un immobile che non utilizziamo, possiamo metterlo a disposizione di Ai.BI. per l’accoglienza dei profughi? Cosa dobbiamo fare?

Consigliamo a tutti di informarsi attraverso i corsi proposti dal Faris per imparare a gestire queste situazioni, conoscere traumi, cultura e gli aspetti legali e amministrativi che regolano tali accoglienze

Siamo 2 pensionati, economicamente tranquilli e con una camera disponibile nel nostro appartamento. Potremmo ospitare 2 persone, noi ci immaginiamo una mamma con un piccolo. Come ci si può mettere a disposizione? Ci preoccupa un po’ il Covid19. Noi siamo vaccinati, ma è possibile verificare che le persone che eventualmente accoglieremo non siano positive? Dopo aver accolto quali passi si dovranno fare?

Grazie
Luigi e Anna

Carissimi,

intanto vi ringraziamo per la vostra generosità.

Dal nostro osservatorio possiamo dire che le mamme con i bimbi pian piano stanno arrivando attraverso contatti diretti con le associazioni e con le comunità ucraine. Infatti, prima di partire, spesso si assicurano di avere un posto dove poter essere accolte, evidentemente per evitare ai figli il rischio di arrivare in Italia e non avere un luogo dove poter stare e trovare un po’ di pace.

Al loro arrivo sono molto provate dal viaggio, i bambini sono spaventati e sono tutti molto stanchi. Appena la tensione si scioglie, si abbandonano in pianti o sonni interminabili.

Alla luce di questa esperienza, consigliamo a tutti di informarsi attraverso i corsi che FARIS – Family Relationship International School, la scuola di formazione per la famiglia e l’accoglienza della Fondazione Ai.Bi., regolarmente propone per imparare a gestire queste situazioni e per conoscere meglio la realtà da cui queste mamme e questi bimbi arrivano, non solo i traumi ma anche la cultura. In questi corsi è anche possibile approfondire gli aspetti legali e amministrativi che regolano tali accoglienze.

Al loro ingresso in Italia e nelle nostre case ci sono infatti da fare delle denunce, in particolare segnalare in questura la loro presenza e all’azienda socio sanitaria per attivare immediatamente l’accesso al vaccino. Ma, appoggiandovi ad Ai.Bi. sarete aiutati e guidati.
Tutte le informazioni QUI 

Cristina Riccardi – Affido Ai.Bi.