BAMBINIxLAPACE. Ucraina. Quella mattina suonò il telefono. “È la guerra!”

“Tra razzi e sirene, impariamo a vivere giorno per giorno”. Il drammatico racconto di una educatrice della Ludoteca di Volodarka

La mia vita è cambiata per sempre il 24 febbraio 2022. Quel giorno, che all’inizio sembrava come un altro, si è trasformato in uno dei più terribili della mia esistenza. Ricordo ancora il momento in cui il telefono squillò, interrompendo il mio sonno. Dall’altro capo del filo, la voce di mia zia, spezzata dalle lacrime, mi disse: “È la guerra e sento le esplosioni in sottofondo…”. Da quel momento, la mia realtà è diventata quella di milioni di ucraini: un incubo dal quale non riesci a svegliarti.
La descrizione di mia zia era vivida, quasi surreale. Mi parlava di persone che, in preda al panico, si affrettavano a radunare i propri figli e pochi averi, correndo verso le auto per fuggire. Le strade di Kiev, una volta animate, si erano trasformate in un luogo quasi deserto, con negozi chiusi e farmacie vuote. Le uniche tracce di vita erano le interminabili code di auto bloccate nel traffico, mentre la paura dell’ignoto incombeva su tutti. “È come vivere in un film”, mi disse, “ma non riesci a capire cosa succederà dopo”. Questa frase mi è rimasta impressa, un segnale di quanto rapidamente tutto ciò che conosciamo può crollare, come cristallo infranto in mille pezzi.

Fuggire dalla guerra

Anch’io sono fuggita. Ho lasciato la città per rifugiarmi in un villaggio lontano, senza sapere se mai avrei fatto ritorno. Tutti i miei progetti, i miei sogni, si sono dissolti in un istante. La vita, che prima era pianificata e piena di speranze, si è ridotta a un presente incerto, dove l’unico desiderio è che i propri cari restino sani e salvi. Non riesco a pensare a nulla di più grande di questo.
E così, vivi nel momento, senza la possibilità di fare piani per il futuro. Ogni giorno è un susseguirsi di notizie agghiaccianti, che congelano il sangue per la crudeltà e la disumanità che raccontano. Le notti insonni si accumulano, con la mente affollata di pensieri di paura e incomprensione, in un mondo che sembra aver perso ogni parvenza di normalità. La speranza di un futuro felice è stata sostituita da una nebbia grigia che avvolge ogni cosa. A volte, sembra di non vivere davvero, ma semplicemente di esistere in un mondo in cui la vita umana ha perso il suo valore.

La speranza nonostante tutto

Eppure, nonostante tutto, la vita va avanti. Dentro di me, c’è una piccola fiamma di speranza che resiste. Voglio credere in un cambiamento, in un ritorno alla normalità. Voglio tornare a fare progetti, a vivere giorni felici, a coltivare sogni che sembrano ormai irraggiungibili. Ma ogni volta che le sirene d’allarme risuonano, quella fiamma vacilla. Sai che da qualche parte, qualcun altro sta vivendo la tua stessa paura, e forse, in quel momento, sta perdendo la vita. È una realtà insopportabile, quasi come vivere in un film dell’orrore dal quale non puoi uscire.

Una realtà che ci perseguita giorno e notte

Per noi, la parola “guerra” non è più un concetto astratto, un termine sentito nei libri di storia. È un documentario che non possiamo spegnere, una realtà che ci perseguita giorno e notte. Anche quando cerchi di adattarti, di tornare a una parvenza di normalità, la realtà ti richiama alla sua crudezza. Ogni sibilo, ogni ronzio, è un richiamo alla paura, un promemoria che questa guerra non ha intenzione di lasciarti andare.

La speranza di essere vivi

Aspetti con ansia un messaggio da una persona cara che ti dica “sono vivo, va tutto bene”. E in quei momenti, desideri solo la sua presenza, una chiacchierata serale davanti a una tazza di tè, una vita semplice, normale. Questi anni sono stati una battaglia continua con me stessa, un tentativo di non lasciarmi sopraffare dalle paure e dalle ansie che la guerra porta con sé. Ma, anche nei momenti più difficili, c’è una frase che mi ripeto costantemente: “Sei più forte di quanto pensi”.
Con tutto il mio cuore, voglio credere che arriverà il giorno nel quale le ferite aperte da questa guerra cominceranno finalmente a guarire. Ci sarà di nuovo un cielo sereno sopra di noi, notti tranquille e un’Ucraina libera. Queste sono le parole che desidero sentire più di qualsiasi altra cosa, e prego che quel giorno arrivi presto.

(Dash, educatrice della Ludoteca di Volodarka)

Il tuo sostegno ai bambini dell’Ucraina

Il perdurare di questa situazione terribile richiede ancora una volta il sostegno di tutti, per riuscire ad andare incontro ai bisogni delle famiglie e, soprattutto, dei bambini, da sempre le prime vittime di ogni guerra e ogni emergenza. Chiunque può dare il suo contributo attraverso una donazione, per dare continuità agli interventi che l’associazione compie ogni giorno nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE.