BAMBINIXLAPACE. Venezia: una gita in motonave per “accogliere” chi fugge dalla guerra in Ucraina

Una gita in motonave nella laguna di Venezia si trasforma in una marcia della pace a favore dei bambini ucraini

Può essere che una associazione che si occupa di minori fuori famiglia, alcuni cittadini di provenienza ucraina, un collettivo di persone animate dall’amore per il territorio in cui vivono, decidano di incontrarsi in una splendida domenica, anche se da lontano arrivano notizie di scontri e bombardamenti?

Ecco che una gita domenicale si è trasformata in una marcia della pace a favore dei bambini ucraini e di sensibilizzazione sul tema dei minori e delle donne in fuga dalla guerra.

Una gita in motonave per visitare la laguna di Venezia

Domenica 13 marzo, il gruppo Wigwam di Venezia e il suo preziosissimo capo gita Giovanni Cecconi, hanno invitato una rappresentanza di cittadini ucraini residenti a Venezia e la sede veneta di Ai.Bi. a raccontare, attraverso la voce di chi la sta vivendo in prima persona, la “fuga” dei cittadini ucraini e le attività svolte da Ai.Bi. per aiutare la popolazione.

Persone sconosciute tra loro e provenienti da realtà diverse, hanno così intrecciato le proprie strade, pur nel dramma in corso, grazie alla bellezza della laguna e alle iniziative di gente di buon cuore.

Una giornata di svago ma anche di sensibilizzazione

Una giornata di sole, vento leggero e la cornice della bella Venezia che da secoli accoglie ed abbraccia, hanno mescolato insieme i loro elementi e restituito una splendida esperienza, dove adulti e bambini, nonostante le barriere linguistiche, hanno condiviso una giornata di svago ma anche di approfondimento, conoscenza ed informazione.

Il tutto ha avuto inizio ad un “imbarcadero” a San Giobbe, dove il gruppo è salito su una motonave per una gita nella laguna di Venezia che in realtà è stata un pellegrinaggio rispettoso e colorato, sulle orme dei naviganti del passato e di oggi. Sono state ripercorse le rotte solcate da secoli, da navi di ogni provenienza, che entravano speranzose di essere accolte dai veneziani dal cuore grande e che qui trovavano ristoro e protezione.

I racconti sul ponte si sono alternati tra quelli delle persone scappate e quelli di chi le ha accolte.

Gli occhi che hanno ammirato le bellezze della laguna, grembo protetto per chiunque scappasse, allora come oggi, sono gli occhi di chi, ancora nel 2022, vede gli effetti della guerra, soprattutto sui bambini arrivati stanchi e timorosi, che per un giorno hanno dimenticato gli orrori da cui provengono.

Le braccia accoglienti di cittadini comuni, sensibili e attivi, si sono unite sull’isola di S. Lazzaro degli Armeni in una preghiera fraterna, nelle lingue più diverse, con inflessioni bizzarre di chi cercava di cantare al proprio Dio, innalzando una preghiera con termini ucraini, condivisi poco prima.

Il sole scaldava e accompagnava in questa domenica piacevole e piena di dolore allo stesso tempo.

C’era una grande voglia di abbracciarsi, tra igienizzante e mascherine, perché si percepiva la sofferenza dei fratelli in fuga, che potremmo essere noi che invece siamo nati nella parte fortunata del mondo.

Il pranzo è stato condiviso: ognuno ha portato per sé qualcosa e, tra cinque pani e due pesci, un’intera comitiva di cento persone ha mangiato prelibatezze di due culture diverse e condiviso il pasto in allegria.

L’ospitalità della confraternita del monastero mechitarista dell’isola di San Lazzaro degli Armeni e la gentilezza del priore che ha aperto le porte della struttura con gran cuore e spirito fraterno hanno fatto da cornice ad una pausa dalla guerra.

Voci di accoglienza e di speranza

Durante la navigazione sono state ascoltate le voci roche di cittadini ucraini, da tempo presenti nel veneziano, che hanno accolto propri parenti, o semplici conoscenti, pur di salvarli dal conflitto.

Cittadine ucraine in fuga, giovani donne con figli piccoli, hanno trovato la forza di spiegare com’è, oggi, la realtà che hanno lasciato alle spalle, sperando vivamente di tornare nelle loro case, nella loro terra, dai propri cari che sono rimasti sotto le bombe nemiche.

Racconti intrisi di lacrime e sofferenza, visibili sui visi stanchi e confusi.

Ma questa gita in motonave è stata anche occasione di testimonianze di apertura, accoglienza, voglia di fare del bene da parte di chi, come Ai.Bi., si è messa in allerta, fin dai primi momenti della guerra per offrire casa, braccia aperte e sguardi amici.

Le attività di Ai.Bi. a sostegno della popolazione ucraina

Ai.Bi. ha raccontato cosa sta facendo in Ucraina, al confine e qui in Italia, ricevendo centinaia e centinaia di telefonate ed e-mail di persone che vogliono fare qualcosa e che chiedono di conoscere maggiormente ciò che sta succedendo.

Infine, dopo la visita al Museo e ai gioielli racchiusi nell’isola di San Lazzaro, la motonave ha infine ripreso il largo, per tornare in porto, sventolando la bandiera ucraina, accanto a quella variopinta della pace e al vessillo del Leone di San Marco che ne ha viste tante di popolazioni in fuga dalle guerre.

Sostieni anche tu la campagna di Ai.Bi. BAMBINIXLAPACE

Sostieni anche tu le attività che Ai.Bi. porta avanti anche in Moldova, a favore della popolazione ucraina. Puoi farlo sostenendo la campagna BAMBINIxLAPACE,

Chiunque può partecipare scegliendo una delle varie modalità di aiuto e vicinanza alle famiglie e i bambini ucraini. Perché, ora, il loro futuro dipende anche da te.