“Basta parlare di adozioni ai gay, o perderemo i nostri figli!”

s800bambini che ballano350A seguito della discussa intervista rilasciata al Corriere della Sera da Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro con delega alle Pari Opportunità, Paola Zignone, una delle madri adottive coinvolte nella vicenda del blocco delle adozioni in Repubblica Democratica del Congo, ha scritto un’email di protesta. La riportiamo per intero di seguito.

 
 
 

Buonasera,

mi chiamo Paola Zignone e sono una mamma che 3 giorni fa ha lasciato suo figlio a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), e mi chiedo se lei nei giorni scorsi abbia per caso sentito parlare di noi 24 famiglie italiane, a Kinshasa con i nostri figli, impossibilitati a portarli con noi in Italia per un blocco alle adozioni internazionali deciso dalle autorità congolesi.

Se non ne fosse al corrente, sicuramente può chiedere delucidazioni a svariati suoi colleghi di partito, che hanno perorato in ogni modo la nostra causa, anche con interpellanze parlamentari; se poi non le bastasse, può parlare con le persone del ministero degli Esteri e del ministero dell’Integrazione, che il 26 e 27 dicembre scorsi sono venuti a Kinshasa per cercare di darci una mano. Stiamo aspettando con ansia una visita in Italia di una delegazione congolese, che verrà a valutare le procedure adottive e le leggi italiane in materia.

La situazione è molto delicata, siamo completamente nelle mani delle autorità congolesi, che dopo questa visita, dovranno nuovamente visionare i nostri documenti e decidere quando potremo tornare in RDC per incontrare nuovamente i nostri figli e poterli portare finalmente in Italia. Tutte queste dichiarazioni che Lei, e il segretario del suo partito, Matteo Renzi (che pure tre settimane fa aveva fatto un accorato appello affinché il premier Letta si occupasse del nostro caso), state facendo sull’apertura delle adozioni anche a coppie gay rischiano di crearci un sacco di problemi e rischiano di avere come risultato il blocco totale e definitivo di tutte le adozioni dalla Repubblica Democratica del Congo. Mi auguro che la smettiate, proprio in questi giorni così delicati per i nostri figli e per tanti altri bambini congolesi che stanno aspettando i loro genitori adottivi, di fare questi proclami, sperando non siano già arrivati alle orecchie delle autorità congolesi.

Se mai, per colpa di queste dichiarazioni, la delegazione congolese reputasse l’Italia un paese sgradito alla RDC per le adozioni internazionali, il governo dovrà rendere ampiamente conto a tutte noi famiglie che perderemo i nostri figli e avrete sulla coscienza tutti loro, disperati per essere stati nuovamente abbandonati da chi reputavano già la loro famiglia. Le assicuro infatti che non è piacevole sentirsi dire dal proprio figlio, al telefono, “Mamma ho paura, mamma non riesco a dormire.

Ci pensi e si informi su cosa sta succedendo, prima di rilasciare determinati tipi di dichiarazioni.