Vicenda Congo: se colpisce più la penna…

genitori rdcI genitori del Comitato Rdc non ci stanno alle insinuazioni contenute nell’inchiesta pubblicata da L’Espresso “Ladri di Bambini” a firma d Fabrizio Gatti (nei confronti del quale Ai.Bi. ha presentato querela per il reato di diffamazione). Nell’articolo,si riferisce che le manifestazioni organzziate dal comitato  fuori dal Parlamento italiano erano in realtà “manipolate” da altri.

All’accusa di essere “pedine”, il Comitato genitori Rdc ha pubblicato sul proprio blog un lungo articolo intenso di riflessioni e quesiti che culminano in un invito: dare la parola alla magistratura caso delle adozioni in Repubblica Democratica del Congo.

Se tali brutalità e nefandezze sono state davvero compiute perché l’allora Presidente della Commissione Adozioni Internazionali – scrivono –  non ha consegnato alla Magistratura gli illeciti asseritamente compiuti dall’ente citato negli articoli non appena fatta la scoperta? Perché non permettere un celere intervento da parte della procura della Repubblica? Perché non consegnare l’ente in questione, asseritamente colpevole a suo dire di evidenti reati alla GIUSTIZIA?” E ancora “Perché non intervenire direttamente come CAI per la sospensione all’operare di quell’ente? Perché non fare parte l’intera platea della CAI della circostanza ed agire tutti membri in sinergia per risolvere i problemi delle adozioni ed in particolare fugare ogni dubbio su quanto viene ora assertivamente imputato ad Ai.Bi? Perché grande riserbo nei riguardi dei genitori per 1000 giorni e poi consentire ora un titolo così cruento e pesante, come quello apparso su L’Espresso, che fa di tutta un’erba un fascio, ledendo tutte le adozioni indistintamente?”

Per rivolgersi direttamente a Della Monica “Perché essendo anche lei un magistrato, la dottoressa Silvia della Monica non ha seguito la strada della Procura della Repubblica consegnando le sue scoperte a chi di dovere prontamente permettendo Giustizia?”.

“Perché scopriamo ora tramite Twitter, radio, Facebook, che alcune famiglie adottivi in RDC erano informate dalla Cai di tali asseriti reati e altre (noi tutti certamente) all’oscuro di tutto?”

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