affido, Cristina Riccardi nella Consulta che consiglierà la Garante per l'Infanzia

Bibbiano. Polemiche per l’uscita di Di Maio sul Terzo Settore. Riccardi (Ai.Bi.): “Generalizzazioni di questo tipo danno dispiacere”

Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini: “Sotto accusa per i fatti di Bibbiano c’è il pubblico, non il privato”

affido, Cristina Riccardi nella Consulta che consiglierà la Garante per l'InfanziaHa generato polemiche l’uscita del vicepremier Luigi Di Maio sulle onlus e le cooperative. In merito allo scandalo di Bibbiano, infatti, Di Maio aveva contestato, in un’intervista a La Stampa, il troppo spazio concesso a “imprese, coop e onlus”. Una dichiarazione che ha sollevato le reazioni negative di molti rappresentanti del Terzo Settore, che non hanno gradito le esternazioni del ministro, ritenendole fuori luogo.

Tra chi ha voluto replicare alle parole del ministro c’è Cristina Riccardi, vice presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, realtà nata da un movimento di famiglie adottive oltre trent’anni fa e che fa parte del Tavolo nazionale affido. “Leggere generalizzazioni di questo tipo mi dispiace – ha spiegato Riccardi – non solo nei confronti delle onlus ma anche di tribunali e servizi sociali. Noi vorremmo raccontare le centinaia di casi che funzionano. Pubblico e privato possono collaborare, e bene. E di controlli ne subiamo tanti e senza problemi (…) sarebbe invece importante definire standard minimi con i relativi costi, uniformando i servizi sul territorio nazionale e offrendo a tutti i bambini, ovunque si trovino, le stesse prestazioni”.

Ai.Bi., peraltro, è tra le realtà che maggiormente si sono esposte sul caso di Bibbiano, chiedendo a gran voce riforme legislative, tra cui l’introduzione della figura dell’avvocato del minore in ogni caso di protezione istituzionale.

I commenti su fatti di cronaca orribili come quelli di Bibbiano non possono trasformarsi sistematicamente in pretesti per instillare sospetto e sfiducia sull’operato dell’intero mondo del Terzo Settore italiano”, ha invece dichiarato la portavoce del Forum Terzo Settore Claudia Fiaschi.

“Tutti gli enti di Terzo Settore – ha aggiunto – siano essi cooperative, associazioni di volontariato, di promozione sociale, ONG o imprese sociali, operano, soprattutto in alcuni settori quale quello dell’affido (ma non solo),​ in un quadro regolato e vigilato con il concorso di diversi livelli istituzionali. Un quadro che con la piena attuazione del Codice del Terzo settore sarà ulteriormente rafforzato anche rispetto ai processi di trasparenza gestionale e​ rendicontazione sociale. Se c’è un problema di controlli quindi, si facciano. Se ci sono elementi di debolezza del quadro di regole siamo pronti a collaborare per costruirne uno migliore. Nel codice del terzo settore la parola ‘controllo’ ricorre per 70 volte e il terzo settore italiano​ chiede da sempre una rapida e piena attuazione di tutti gli istituti della riforma”.

“Ingenerare sospetti e diffidenze verso questo mondo, peraltro, non serve a nessuno – ha concluso Fiaschi- ha come unico effetto quello di mettere a rischio la coesione sociale delle nostre comunità e consumare l’imponente patrimonio di impegno civico costruito ogni giorno dall’azione, spesso volontaria, di milioni di cittadini. A chi giova?”.

“Sotto i riflettori – commenta invece il presidente di Ai.Bi., Marco Griffini c’è il servizio pubblico, sono loro sotto accusa per gli orribili abusi di potere, non il privato sociale che non ha alcun potere in merito all’ allontanamento o meno di un minore. Perché noi associazioni familiari, noi genitori adottivi e affidatari mettiamo in campo quando c’è davanti a noi un bambino in difficoltà, non solo la nostra professionalità, sempre aggiornata di giorno in giorno, ma anche la nostra responsabilità genitoriale: se anche non sono colpevole del suo problema, ne sono comunque responsabile perché potrebbe essere mio figlio”.