Bolivia: finalmente si parla (bene) di adozione

In Bolivia lo scorso 6 giugno, in un programma della Tv nazionale, si è discusso per circa un’ora e trenta di adozioni nazionali e internazionali. Gli invitati in studio erano le autorità del SEDEGES, Servizio di Gestione Sociale, dipendente dal Governo di La Paz, più due psicologhe esterne e un invitato speciale, Carlos, un giovane di 28 anni, ingegnere bio-medico adottato da una coppia di Bergamo quando aveva 2 anni e mezzo.

Parlare di adozioni per tanto tempo non era mai successo in Bolivia, e parlarne positivamente è stato l’elemento che ha sorpreso molti. Niente a che vedere con la superficialità con la quale le adozioni sono recentemente state trattate in Colombia da pur seguitissime emittenti. I valori del diritto alla famiglia dei minori sta iniziando a fare breccia in Bolivia, così come dimostrato dagli interventi dei funzionari e della direzione del SEDEGES. Si sta dando reale valore alla preparazione dei genitori adottivi nazionali, al diritto alla famiglia dei minori negli istituti e alla necessità di una definizione socio-legale.

Così pure Carlos ha dato una testimonianza assai positiva sull’adozione internazionale, dichiarando: “Ero inizialmente ritornato in Bolivia sulle tracce delle mie origini e della famiglia biologica, sebbene il motivo per cui ora rimango ora è quello di lavorare per un certo periodo con il Paese che mi ha visto nascere. Ma la mia famiglia vera è in Italia”.