Bolivia. Yasir non sa cosa sia una famiglia: per 8 anni è stato solo. Tu puoi fargli urlare al cielo: “Hoi es un lindo día”

bambini bolivianiYasir non sa cosa sia una famiglia. Non sa cosa significhi avere una mamma e un papà che si prendano cura di lui: non crede sia possibile che degli adulti possano avere attenzioni amorevoli nei suoi confronti.

Questo perché per 8 anni è sempre stato solo: la sua mamma faceva la prostituta e lo trascurava, il padre lavorava saltuariamente e quando era a casa lo maltrattava. Nel giugno del 2010 la sua mamma non è andata a prenderlo all’asilo: lo ha lasciato lì, da solo, in un angolo in attesa che qualcuno aprisse la porta dell’aula. Ma per lui si è aperta solo la porta di un Centro di accoglienza e, dopo un lungo peregrinare, è finalmente arrivato a Casa Hogar Josè Soria, il centro gestito da Ai.Bi dove tuttora si trova.

Qui Yasir sta iniziando pian piano ad abbassare le difese, a fidarsi della figura adulta, di chi gli sta attorno. Qui Yasir sta gradualmente rompendo quel muro di silenzio che si è costruito attorno per difendersi dal mondo esterno.

Yasir è un bambino che richiede molte attenzioni, è costantemente alla ricerca di conferme e di un modo per farsi accettare. Il suo rapporto con gli altri bimbi é spesso difficile perché ha atteggiamenti aggressivi ma la sua è solo ‘difesa’. Yasir ha solo bisogno di essere preso per mano, di avere esempi di attenzioni e di amore incondizionato: e al centro ogni giorno gli educatori di Casa Hogar Josè Soria si prendono cura di lui facendolo giocare e studiare. In modo da ricostruire pian piano sia quell’autostima che ancora gli manca fornendo appoggio scolastico, medico e psicologico, al fine di migliorare le loro condizioni di vita, in attesa di poter restituire loro il diritto a vivere in famiglia.

 Ma Yasir ha bisogno anche di te, del tuo supporto, della tua presenza, del tuo sostegno a distanza.  A causa della mancanza di risorse umane ed economiche, il Centro, infatti, non può rispondere in modo sufficiente ed adeguato alle esigenze dei bambini ospitati che non ricevono tutte quelle cure e quelle attenzioni di cui necessitano. Ecco perché il Sostegno a Distanza diventa una grande speranza per donare a questi bambini un futuro che si chiama “famiglia”.

Ogni volta che un sostenitore sceglie di accoglierli, nel salone principale tutti quanti loro si prendono per mano, formano un cerchio, poi si guardano l’un l’altro e tutt’insieme alzano le braccia urlando “Hoi es un lindo día”.

Fa in modo che anche Yasir possa gridare al cielo “Hoi es un lindo día”. Attiva un sostegno a distanza e fai sentire Yasir amato.