Brasile. Sapete cosa è un’ “adozione di famiglia”? State due mesi in Brasile con i vostri figli e lo scoprirete

bimbi_brasile1Tutte le informazioni che riguardavano la storia di André, 9 anni, appena arrivato in Italia con mamma e papà, avevano un comune denominatore: parlavano di ‘famiglia’ che il bambino desiderava sopra ogni altra cosa. E questa tenacia, custodita da André per tanti anni, è stata premiata dall’arrivo di Antonella e Daniele Quintabà a Loreto, in provincia di Ancona.

E’ vero, diceva a tutti di volere una famiglia per lui e nell’attesa ha sempre coltivato questa speranza”, dicono i signori Quintabà, che raccontano la loro storia per #iosonoundono.

Un dono immenso per il bambino originario dello stato Rio Grande do Norte: oltre ai genitori ha trovato anche due fratelli grandi ad accoglierlo a casa, un dono per tutta la famiglia, che ha abbracciato unanime l’esperienza adottiva.

E’ stata proprio un’adozione di famiglia– dice Daniele – i nostri figli Anastasia, 22 anni e Leonardo, 25 sono stati partecipi e protagonisti dell’iter adottivo tanto quanto io e mia moglie. E dobbiamo anche dire che durante tutto il percorso abbiamo trovato sostegno e solidarietà per questa scelta”.

Il desiderio di allargare la famiglia proprio quando i figli grandi ormai stavano per spiccare il volo è sorto circa cinque anni fa.

Felici di quando vissuto fino a quel momento, volevamo allargare la famiglia accogliendo qualcuno che non l’aveva – dicono i Quintabà – : su questo ci siamo ritrovati tutti d’accordo. Così abbiamo iniziato subito a cercare informazioni e poi abbiamo depositato la nostra disponibilità all’adozione in Tribunale”. Da quel momento, è iniziata l’avventura.

André intanto attendeva mamma e papà in un istituto statale che viene definita in brasiliano “casa di passaggio”.

Vivevano lì 18 bambini – racconta Antonella –  La nostra prova più dura è stata immaginare cosa e come ha vissuto nostro figlio in quel luogo. La sera dell’ultimo saluto agli educatori e agli amici di istituto ho pianto per ore”.

Per un bambino nove anni in Brasile sono un tempo lungo, per di più non roseo: eppure ad André, che ha conosciuto due istituti e ha ricordi difficili da digerire, sono bastati due mesi di amore con mamma e papà e poche settimane di famiglia in Italia per iniziare a rifiorire. Possiamo solo immaginare la gioia di un ragazzino che oggi sfreccia sulla sua bicicletta e che ha già voglia di fare amicizia con i bambini del quartiere.

E’ un bambino simpatico, bellissimo, talmente educato che lo porto perfino ad esempio per i miei figli – dice ridendo la mamma -: affronteremo insieme le difficoltà che si presenteranno, ora possiamo solo dire che siamo felicissimi”.

 

A settembre André entrerà in una classe di terza elementare in un complesso scolastico di tipo montessoriano: in Brasile già frequentava la scuola ma i Quintabà sono consapevoli che l’ingresso richiede tempo e i tempi dei bambini vanno rispettati. “Per di più gli insegnanti ci hanno rassicurato sul fatto che gli allievi parte dello stesso plesso scolastico possono, nel caso, anche migrare in altre classi e quindi vedremo come si troverà André”.

La gioia dell’adozione è palpabile in casa Quintabà: tornati a casa la prima settimana di luglio, Antonella e Daniele hanno trascorso due mesi in uno stato brasiliano ‘pilota’ per le adozioni internazionali. Hanno mosso i primi passi di nuova famiglia a Natal, in un mini appartamento all’interno di un residence, poi si sono trasferiti a Recife.

Proprio per la procedura nuova in questo stato, prima di incontrare André abbiamo avuto il permesso di contattarlo per 12 volte tramite Skype – dicono Antonella e Daniele – : le nostre telefonate sono state registrate e tenute da parte per valutarci come coppia. Nessuno di noi lo sapeva prima e in ogni caso siamo stati tutti molto tranquilli e naturali fin dal nostro primo contatto. All’inizio c’era come ovvio un po’ di rigidità, anche per le ragioni della lingua, poi tutto è andato in discesa”.

Così in discesa che, davanti al giudice per l’emissione della sentenza di adozione, non è stata necessaria alcuna traduzione per la coppia italiana. Nel frattempo André stava lasciando andare il suo portoghese per fare spazio all’italiano.

Guardi, proprio oggi abbiamo tentato di telefonare a un suo amico ancora in istituto e André non si ricordava le parole giuste in portoghese!”