Brasile: si può guarire dall’ipovisione?

brasile_ipovisioneE’ un problema diffuso, che va diagnosticato in tempo e richiede interventi tempestivi per evitare che peggiori fino alla cecità. L’ipovisione colpisce nel mondo milioni di persone. Secondo le stime del World Health Organization (WHO), l’incidenza della cecità infantile è pari a 1.500.000 casi, dei quali, però, oltre il 75% potrebbe essere prevenuto e curato.

L’ipovisione, che compare alla nascita o precocemente nell’infanzia, inoltre, interferisce con lo sviluppo e l’apprendimento. La vista ha un ruolo centrale nella crescita neuromotoria, cognitiva e affettiva del bambino e i deficit visivi possono compromettere la sua capacità di relazione con gli altri e di interazione con il mondo circostante.

Proprio per questo in Brasile, con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita dei minori accolti, Ai.Bi. e la Casa Lar di Jaguarari, hanno stretto una collaborazione con il nucleo di sostegno pedagogico alle persone cieche e con bassa visione del Gruppo di Assistenza Sociale GASSB, di Senhor do Bonfim.

Due adolescenti, accolte nella Casa Lar, beneficiano adesso del sostegno del GASSB. Una delle due ragazzine ha perso la visione dall’occhio destro e usa occhiali con graduazione molto forte per l’occhio sinistro.

Un’altra collaborazione importante è quella con la clinica oculistica Paulo Hilarião che, quando necessario, mette a disposizione visite gratuite, una volta al mese, a tutti gli ospiti del centro.

Grazie anche ad una partnership con la Fundação Dorina, la Casa Lar riceve gratuitamente libri in Braille e libri audio, in modo tale da poter garantire ai bambini con deficienza visiva accolti in Casa, il diritto allo studio.

E’ giusto e doveroso poter offrire alle persone affette da questa patologia ausili e metodi che aiutino a limitare il loro handicap, nonché renderle più autonome e meno dipendenti da altre persone. E soprattutto, quando si tratta di bambini, il riconoscimento e la possibilità di agire fin dai primi giorni di vita con diagnosi ed interventi mirati, consente di garantire buone possibilità di recupero.

Un bambino abbandonato, più di ogni altro bambino, ha bisogno di “vedere” il suo futuro. E data l’importanza degli occhi nello sviluppo, in gioco c’è davvero la sua possibilità di costruirsi una vita, di studiare, di farsi degli amici, di lavorare. Se non lo si aiuta, un piccolo ipovedente può sviluppare atteggiamenti di dipendenza, passività, insicurezza, tendenza all’isolamento, che sono tutte strategie per evitare situazioni troppo difficili per lui e conseguentemente molto ansiogene.

Per scongiurare l’insorgere e soprattutto l’instaurarsi di questi aspetti è determinante l’intervento riabilitativo in età evolutiva, fra 0 e 12 anni. Solo così il bambino potrà crescere integrandosi con i suoi coetanei e l’ambiente in cui vive.