Bullismo: le parole giuste per aiutare i nostri figli

Come aiutare i nostri piccoli? Quali possono essere gli atteggiamenti migliori da adottare? I consulenti di FARIS sono a vostra disposizione!

Bullismo, cyber bullismo, sono termini che ormai (purtroppo) abbiamo imparato a conoscere.

Genitori, insegnanti, familiari devono tenere sempre “le antenne alzate” per riuscire a carpire quei segnali che possano indicare che un bambino o un adolescente stia subendo atti di bullismo.

Ma come aiutare i nostri piccoli? Quali possono essere gli atteggiamenti migliori da adottare o le parole più efficaci da rivolgere?

Un libro scritto da Bernadette Lemoine, piscologa e psicoterapeuta, e Diane De Bodman, scrittrice esperta di comunicazione sanitaria dal titolo “Le parole giuste: Cosa dire e cosa non dire ai nostri bambini in tutte le situazioni della vita quotidiana”, ci viene in aiuto. A parlarne è il web magazine Nostro Figlio.

Riportiamo di seguito alcuni dei loro consigli.

Cosa fare se qualcuno ride delle caratteristiche fisiche del nostro bambino?

Amore incondizionato

Ricordategli che i suoi genitori lo amano incondizionatamente per quello che è, a prescindere da occhiali, altezza, peso, apparecchio per i denti o quant’altro. Il bambino non è una sua caratteristica (non è i suoi occhiali, non è il suo colore di capelli, etc…) e i suoi cari gli vogliono bene così com’è.

Relativizzare

Aiutatelo a relativizzare la questione, facendogli presente che nessuno è perfetto e quindi siamo tutti potenzialmente in grado di essere presi in giro.

Non si può piacere a tutti
Insegnategli che nella vita può capitare di non piacere a tutti e, anzi, è la cosa più normale del mondo.

Tono fermo
Reagite se le prese in giro perdurano: usate un tono fermo e rassicurante quando parliamo col nostro bambino.

Cosa fare se qualcuno deride dei lavoretti o dei compiti del nostro bambino?

Mostrare empatia
Consolatelo affettuosamente, mostrandogli compassione per la sua rabbia/tristezza/delusione.

Distinguere
Aiutatelo a non lasciarsi abbattere dalle cattiverie altrui (per esempio gli si può dire: “Sappiamo che hanno detto che il tuo disegno è brutto e che ti sei sentito come se avessero detto che tu sei brutto ma tu non sei il tuo disegno e a loro, semplicemente, proprio non piace il tuo disegno, non tu”).

Incoraggiare alla perseveranza
Incoraggiatelo a perseverare in maniera che continui a disegnare, fare i compiti ed esprimersi, facendogli presente che più disegnerà, più migliorerà e, in ogni caso, noi gli vorremo sempre bene a prescindere dalla qualità dei suoi disegni.

Spronare al miglioramento
Se è il caso, non nascondetegli che si può comunque migliorare (magari chiedendogli di continuare a mostrarci quel che fa, in maniera da verificare insieme i suoi progressi).

Cosa fare se il nostro bambino riceve insulti o violenza fisica?

Difendersi
Insegniamo al nostro bambino a non attaccare mai per primo ma a difendersi e a opporre resistenza se qualcun altro lo picchia o gli vuol far male;

Allontanarsi
Facciamogli presente che non deve rispondere per forza alle provocazioni, anzi: la cosa migliore da fare, rispetto a chi ci rivolge offese e parolacce, è allontanarsi e andarsene (tranne nel caso in cui le offese arrivino da un adulto: in quel caso, insegniamo a nostro figlio a riferircelo immediatamente);

Prendere le distanze emotive
Insegniamogli a lavorare su sé stesso in modo che le parole tossiche non lo offendano o lo abbattano troppo, magari facendogli presente che può sentire le parole ma può lasciarsele scivolare addosso, come se fossero pioggia, senza che lo feriscano o ricordandogli che lui non è come le parole sgradevoli che gli vengono rivolte o che può rifiutare gli insulti e rispedirli al mittente.

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FARIS – Family Relationship International School, la scuola di formazione dedicata alla famiglia e all’accoglienza della Fondazione Ai.Bi. forte di più di 30 anni di esperienza alle spalle, offre servizi di consulenza e di promozione del benessere per persone e famiglie che si trovano a vivere nuove sfide, o situazioni di disagio, e hanno l’esigenza di incontrare un consulente che sappia ascoltare e possa orientare nella ricerca di soluzioni.

Il metodo Faris prevede una prima fase di ascolto e orientamento ad un eventuale percorso di consulenza professionale. Per questo il primo incontro, condotto da un counsellor, di ascolto e orientamento è gratuito.

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