Cagliari. Futuri operatori dei servizi socio-sanitari a scuola di adozione

Nasce dalla passione illuminata di una docente l’idea di coinvolgere una classe quarta dell’Istituto di Istruzione Superiore “Einaudi” di Senorbì

Raccontare l’adozione, accompagnare le famiglie all’adozione. A Cagliari è nata da questa esigenza l’idea di trasformare gli incontri in presenza in seminari online. Continuare ad esserci, mantenere quell’appuntamento di un venerdì del mese, per dire ai futuri genitori che non saranno soli in questo percorso Ma l’appuntamento si è esteso agli operatori sociali, agli insegnanti e, infine, agli allievi.

Nasce dalla passione illuminata di una docente l’idea di coinvolgere una classe quarta dell’Istituto di Istruzione Superiore “Einaudi” di Senorbì, nel percorso di conoscenza sui temi dell’adozione. Docente e madre adottiva, Dorotea ha pensato di proporre alle ragazze e ai ragazzi che diventeranno presto operatori dei servizi socio sanitari, o proseguiranno i loro studi all’università, un percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento con Ai.Bi. – Amici dei Bambini, ente autorizzato all’adozione internazionale.

La partecipazione ai seminari per capire cosa sia l’adozione, quali risorse abbiano i genitori, le caratteristiche dell’abbandono, è parte di questo percorso. Dopo l’incontro del 20 ottobre “Quando l’amore non basta, le competenze della genitorialità adottiva”, la professoressa ha chiesto alle ragazze di scrivere le loro impressioni, di raccontare quali stimoli avessero raccolto. La classe conosceva già il tema, grazie alla sensibilizzazione fatta negli anni dalla docente.

Un’alunna scrive che “i genitori adottivi devono avvicinarsi al bambino in modo più delicato, facendolo sentire accolto, perche i bambini adottivi hanno una storia difficile alle spalle”, e prosegue sull’importanza di raccontare l’adozione perché “è giusto che i bambini sappiano la loro storia e la loro origine, perchè anche quella parte è un pezzo della sua vita“. Anche un’altra studentessa si sofferma su questo tema e scrive “adottare un bambino è adottare una storia” e prosegue sottolineando l’importanza di dare una famiglia a un bambino che non ce l’ha. Un’altra ragazza invece si sofferma sull’importanza dei servizi di accompagnamento nella costruzione della famiglia adottiva e sull’amore genitoriale che non conosce differenze.

Tutte evidenziano l’iter burocratico che esternamente può risultare molto complesso, e rilevano il nodo del legame biologico, vissuto come complesso. Tutte si sentono pronte all’adozione, scrivono che il conoscere a fondo questo tema ha aperto in loro la possibilità di adottare, sentono di voler donare amore a un bambino abbandonato