Cardinal Ravasi: “L’adozione, una fecondità più faticosa ma più alta”

MILANO – Stamani, nel corso della sua relazione dal titolo “La famiglia: tra opera della creazione e festa della salvezza” S.E. il Cardinal Gianfranco Ravasi ha toccato il tema dell’adozione attraverso la metafora della casa, le cui pareti, ovvero i figli, biologici e adottivi, rappresentano il futuro della famiglia. La nostra redazione lo ha successivamente intervistato.  

Ai.Bi. Eminenza, le famiglie cattoliche sono anche famiglie adottive. In questo momento le adozioni stanno vivendo una forte crisi, ci sono sempre più minori abbandonati e sempre meno famiglie pronte ad accoglierli. Cosa possiamo fare come Chiesa Cattolica per rispondere a questa emergenza dell’abbandono e dell’accoglienza?

Cardinal Ravasi La generazione non è solo quella fisica, c’è anche la generazione spirituale. Veniamo chiamati padri quando siamo maestri di vita, quando siamo partecipi della vita di un popolo. L’adozione è un modo per vivere in un’altra maniera la fecondità, una fecondità forse più faticosa ma più alta, per questo io vorrei battermi perché sempre più spesso famiglie che non possono avere figli o che già hanno figli ma vorrebbero avere una ricchezza maggiore di esperienze trovino questa strada che è forse più ardua, un percorso di altura, ma un percorso affascinante.  

Ai.Bi. Un incoraggiamento da parte sua a quelle famiglie che vorrebbero adottare ma non ci riescono.

Cardinal Ravasi Io mi sono sempre impegnato anche dialogando con il mondo della magistratura minorile perché da un lato tuteli il più possibile il bambino ma soprattutto perchè ci siano percorsi seri, ma percorsi veri, attraverso i quali i genitori che desiderano avere dei figli adottivi possano attuare questo loro desiderio. Certamente vorrei rivolgere un appello a tutte le strutture civili, sociali e giuridiche perché  favoriscano questa esperienza. Dall’altra parte vorrei rivolgere un appello ai genitori, non solo a quelli sterili, perchè possano prima di percorrere itinerari complessi di altro genere scegliere questa strada così spontanea che farà vedere un’alba diversa e un giorno diverso ai tanti bambini che vivono in una vera e propria notte dello spirito e dell’esistenza concreta, quale sono gli orfanatrofi.