Caso Trento: necessaria una nuova legge sull’adozione?

La sentenza del Tribunale di Trento che ha decretato una giovane donna inadeguata per la maternità, dichiarando lo stato di adottabilità della piccola ha dato il via ad un ampio dibattito, non privo di polemiche, innescate da una errata interpretazione di alcuni mezzi di informazione che attribuivano la motivazione della sentenza unicamente alla condizione economica della madre, ritenuta “troppo povera” per mantenere la bimba.

Sul tema è intervenuta anche l’Onorevole Maria Burani Procaccini, responsabile Adozioni della Fondazione Movimento Bambino: “Questo caso dimostra che è indifferibile l’emanazione di una nuova legge sulle adozioni nazionali, che introduca l’istituto dell’adozione ‘mite’ o ‘aperta’, più favorevole alla conservazione di rapporti con la famiglia di origine, qualora questa non vi riesca per uno stato di grave indigenza”. “Il caso di Trento- continua la Burani- dove “Anna” si è vista negare la figlia appena partorita, in quanto il Tribunale l’ha ritenuta fragile ed incapace di sostentarsi, tanto da dichiarare lo stato di adottabilità della bimba, è emblematico. Le norme vigenti, a partire dalla legge 184/83 e successive modificazioni, sull’adozione, in particolare con l’art. 44, non sarebbero neanche così recise, tenendo conto che la donna ha dimostrato di voler lavorare e maturare per prendersi cura della sua creatura, sia pure col sostegno dei servizi sociali. In questo caso si potrebbe tentare la strada dell’affido temporaneo di 2 anni, in attesa che la situazione della madre si stabilizzi”.

(Fonte Apcom)

Su questo argomento abbiamo aperto un confronto con i nostri lettori.

Partecipa al sondaggio

[poll id=”20″]