Cassazione: chi ha dei figli non può essere espulso dall’Italia.

Si abbassa la possibilità di espulsioni per i genitori immigrati irregolari. Nell’interesse dei minori, diventa più difficile il rimpatrio anche per chi ha ricevuto il foglio di via.

La Suprema Corte, con la sentenza 21799, ha accolto il ricorso di una donna africana, madre di tre figli e residente a Perugia, condannata per sfruttamento della prostituzione e per questo raggiunta da “foglio di via”. Contro l’espulsione, confermata dalla Corte di Appello perugina nel 2009, Pauline N. A. ha protestato in Cassazione facendo presente di avere tre figli ai quali il suo rimpatrio avrebbe nuociuto, anche se i ragazzini proprio per il comportamento poco attento della madre sono stati dati in affido part-time a una famiglia umbra fin dal 2003.

I supremi giudici hanno affrontato il caso mandandolo alle Sezioni Unite perché c’era contrasto sull’interpretazione dell’art. 31 del testo unico sull’immigrazione che consente al Tribunale per i minorenni di “autorizzare l’ingresso o la permanenza del familiare” anche in deroga alle altre disposizioni del testo unico (la regola in materia è che il figlio minore segue la condizione del genitore e non viceversa).

D’ora in poi i “gravi motivi” che, in base alle norme sull’immigrazione, consentono la temporanea autorizzazione del genitore con foglio di via, a rimanere in Italia, debbono essere interpretati in maniera elastica. L’eccezione andrà applicata non solo alle “situazioni di emergenza” o alle “circostanze contingenti ed eccezionali” ma, con valutazione caso per caso, a tutte le circostanze in grado di produrre «qualsiasi danno effettivo, concreto, percepibile ed obiettivamente grave che in considerazione dell’età o delle condizioni di salute ricollegabili al complessivo equilibrio psico-fisico derivi o deriverà certamente al minore dall’allontanamento del familiare o dal suo definitivo sradicamento dall’ambiente in cui è cresciuto».

Aumentano quindi le tutele per i minori figli di immigrati irregolari a rischio di espulsione: non si possono mandare via gli stranieri genitori, anche quelli che hanno commesso reati, nel caso in cui il loro allontanamento dall’Italia, tramite il rimpatrio, abbia riflessi negativi sul generale equilibrio psico-fisico dei bambini.

Adesso i giudici di Perugia dovranno meglio riconsiderare se sussistano le condizioni per convalidare l’espulsione di Pauline esaminando i rapporti dei tre figli con la madre e il pregiudizio che agli stessi potrebbe derivare dall’espulsione della donna.